Il noto pizzaiolo napoletano, Gino Sorbillo, ha parlato della terribile crisi economica legata al Coronavirus che ha letteralmente paralizzato il settore della ristorazione. Il re della pizza partenopeo ha affermato di dover chiudere per forza di cose almeno quattro dei suoi locali dislocati tra Napoli e Milano. Questo perché i fitti sono troppo alti da gestire e le entrate pari a zero.
La speranza di Sorbillo è che il governo regionale campano possa permettere almeno il servizio di asporto così da ammortizzare anche solo in parte i costi di gestione.
Le difficoltà legate alla chiusura forzata
Il noto imprenditore e pizzaiolo campano, titolare di molti punti vendita dislocati sul territorio nazionale e nel mondo, ha annunciato che dovrà chiuderne alcuni a causa del forte momento di crisi economica legata all'emergenza coronavirus. Il primo locale ad essere sacrificato sarà quello situato sul lungomare di Napoli, a causa dei costi d'affitto troppo elevati da sostenere in un momento come questo.
Verrà chiuso anche Zia Esterina nel quartiere collinare del Vomero. A Milano invece verranno chiusi Olio a Crudo e Zia Esterina, per lo stesso motivo. Sorbillo ha spiegato che al momento l'unica pizzeria che funziona regolarmente è quella a Tokyo in cui è concesso anche il servizio in sala.
Le misure restrittive della Campania rendono la situazione ancora più difficile
Nella sua stessa situazione si trovano tutti gli altri colleghi che, a causa del lockdown da coronavirus, devono continuare a tenere chiuse le proprie attività. Secondo Sorbillo, però, è in Campania che si registra la situazione più critica. Infatti, a causa di un'ordinanza restrittiva del Presidente della Regione, Vincenzo De Luca, è stato vietato anche l'asporto.
Per questo motivo chiede anche a nome dei suoi colleghi di poter rivedere questa misura così restrittiva in modo da poter concedere un piccolo respiro a tutti con la vendita a domicilio di pochi prodotti. Questo sempre nel pieno rispetto delle norme di sicurezza, avvolgendo il cartone della pizza in una pellicola, creando una camera d'aria bollente in grado di scongiurare il probabile contagio. L'imprenditore ha insistito parecchio su questo punto, affermando che "è meglio avere una macchina che cammina a filo di gas piuttosto che tenerla spenta e dover ripartire da zero".
Questa situazione, soprattutto in Campania, danneggia secondo lui tutti allo stesso modo, sia i titolari di piccole attività di ristorazione che quelli che ne hanno di più grandi e con diversi punti sul territorio. Sarà ancora più difficile ripartire se il governo regionale non comincerà a concedere almeno questo servizio utile a garantire una fonte, seppur minima, di entrata.