Tragedia in un complesso alberghiero di Ercolano: domenica, poco prima delle 19, una bimba di 11 anni è annegata in una delle piscine dell’Hotel Punta Quattro Venti, un “quattro stelle” ai piedi del Vesuvio, molto frequentato d’estate per le sue vasche aperte al pubblico. Secondo le prime ricostruzioni, la piccola, che si chiamava Pasqualina, stava giocando in acqua con alcune amichette al momento dell’incidente.
A pochi metri da lei si trovavano i parenti che l’avevano accompagnata in quel luogo di svago. Non si conoscono ancora i motivi dell’annegamento, anche se – tra le varie ipotesi – si ritiene molto probabile che la bambina possa essere stata vittima di un improvviso malore. Inutili tutti i tentativi di rianimare la piccola: sul posto è stata fatta arrivare anche un'ambulanza del 118, ma, dopo aver provato in tutti i modi a salvarle la vita, il personale sanitario non ha potuto fare altro che constatare il decesso della bimba.
Le indagini sul decesso della bimba di 11 anni annegata in piscina
Sulla vicenda ora indagano i carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata, che dovranno ricostruire la dinamica di quanto accaduto alla bimba.
Per comprendere meglio le cause dell’annegamento, il magistrato a cui è stato affidato il caso ha disposto il sequestro della salma della piccola, che è stata portata al Policlinico dell'Università Federico II di Napoli, dove nei prossimi giorni sarà eseguita l’autopsia. In queste ore i militari dell’Arma sono impegnati anche a verificare il rispetto di tutte le norme sulla sicurezza per le strutture aperte al pubblico da parte del complesso alberghiero in cui è avvenuta la tragedia. Sequestrata anche la piscina dell’hotel di via Marittima, per eseguire tutti i rilievi del caso.
I genitori della bimba hanno legami con i clan locali
Al momento della tragedia, insieme alla bimba si trovavano alcuni parenti tra i quali anche la madre, che risulta essere la nipote del boss della camorra Antonio Papale, ucciso in un agguato a Ercolano nel 2007.
Secondo quanto riferisce Il Mattino, il padre della piccola, un pregiudicato 37enne che secondo gli inquirenti è legato al clan Ascione-Papale, non era presente quando Pasqualina è annegata nella piscina.
Quello della bimba di Ercolano è solo l’ultimo caso di annegamento di minore nel 2020
Con la scomparsa della piccola Pasqualina si allunga ulteriormente l’impressionante elenco dei casi di Cronaca Nera relativi a bambini morti per annegamento in Italia nelle ultime settimane. Solo qualche giorno fa il piccolo Massimiliano, di quattro anni, è deceduto nella piscina profonda un metro e trenta di un agriturismo nel Ferrarese. Poco prima Nicola, di soli 31 mesi, era scivolato dentro una piccola vasca gonfiabile, a Bra in provincia di Cuneo: i suoi organi sono stati donati a tre diversi giovanissimi pazienti.
Invece Armony, una bimba di origine nigeriana che avrebbe compiuto tre anni a settembre, è annegata nella piscina di una struttura ricettiva, che è stata trasformata in centro di accoglienza per richiedenti asilo, a Riparbella, nel Pisano. E poi c’è il caso di Ezechiele, due anni, caduto nella parte più profonda della piscina di casa. Invece Anthony aveva quattro anni: anche lui è finito in acqua a Giugliano, nell’hinterland di Napoli, il 23 maggio. Per un atroce scherzo del destino il padre del bambino è rimasto gravemente ferito in un incidente stradale, avvenuto proprio mentre si stava recando in ospedale dal figlio. La prima vittima di questo lungo elenco è stata Alejisa, di origine macedone, scivolata nel canale Brentella in provincia di Treviso lo scorso 5 aprile, durante il periodo del lockdown per il coronavirus.