Antonio De Marco, lo studente 21enne di Casarano (Lecce) ha confessato l’omicidio di Daniele De Santis, arbitro di Lega Pro 33enne e di Eleonora Manta, 30 anni. Il giovane è stato arrestato nella tarda serata di ieri, lunedì 28 settembre, ed ha già ammesso le proprie responsabilità. Il pm Maria Consolata Moschetti che sta seguendo il caso di Cronaca Nera, nell'ordinanza di fermo, ha parlato di "sadismo e macabra ritualità".
Il delitto e la confessione di Antonio De Marco
Daniele De Santis ed Eleonora Manta sono stati trovati senza vita lo scorso 21 settembre nella loro abitazione di via Montello, a Lecce. La coppia, che si era stabilita da poco nello stabile appena ristrutturato, è stata uccisa a coltellate. Un delitto particolarmente brutale ed aberrante. Come ha confermato l'autopsia, infatti, l'assassino ha agito con inaudita ferocia colpendo i due ragazzi con una serie di coltellate.
Le indagini serrate dei carabinieri, nelle scorse ore, hanno portato all'arresto di Antonio De Marco, studente di scienze infermieristiche, nonché ex coinquilino di Daniele ed Eleonora.
Il ragazzo, ascoltato dal procuratore di Lecce, Leonardo Leone De Castris, ha già confessato l'omicidio. "So di aver sbagliato. Ho fatto una cavolata" ha dichiarato minimizzando. Poi ha aggiunto: "Mi è montata la rabbia e li ho uccisi perché erano troppi felici".
Antonio De Marco era pronto a torturare la coppia
Antonio De Marco aveva lasciato la sua Casarano due anni fa per studiare Scienze infermieristiche a Lecce. Nella città salentina prestava anche servizio all'ospedale Vito Fazzi e, anche per questo, a casa rientrava raramente. Dietro la faccia da "studente modello", però, il 21enne nascondeva una personalità estremamente pericolosa e violenta.
Secondo gli inquirenti, infatti, l'aspirante infermiere non voleva semplicemente uccidere Daniele ed Eleonora, ma era pronto ad immobilizzarli e torturarli (con sé aveva fascette stringitubo ed un cappuccio).
Poi, proprio come in una serie tv americana, avrebbe ripulito la scena del crimine utilizzando "acqua bollente, candeggina e soda". Nell'ordinanza firmata dal pm Maria Consolata Moschettini si parla addirittura di "compiacimento sadico", "macabra ritualità" e di un'indole insensibile a qualsiasi richiamo umanitario. Antonio, infatti, nonostante le vittime lo avessero supplicato di fermarsi ha continuato "un’azione meticolosamente programmata" e le ha inseguite per tutto l'appartamento. Stando alle prime risultanze dell'indagine, De Marco, avrebbe voluto anche compiere "un'azione dimostrativa" e lasciare - con una scritta sul muro - un messaggio per l'intera città.