Antonella Viola, immunologa dell'Università di Padova ha fatto il punto della situazione sulla questione vaccino anti-Covid. Lo ha fatto da ospite della trasmissione radiofonica di Radio1 Forrest. "Le persone che sono state vaccinate - ha precisato - devono continuare a seguire tutte le indicazioni che valgono per gli altri. Usare la mascherina, il distanziamento. Non sappiamo ancora con certezza se questi vaccini riescono a bloccare anche l'infezione e il contagio".
Vaccino Covid, ancora incognita blocco trasmissione
"Quando parliamo di efficacia - ha evidenziato - parliamo di sintomi, di sviluppo della malattia. Non sappiamo se effettivamente anche l'infezione ed il contagio siano bloccati".
"Ci sono - ha aggiunto - dati preliminari molto incoraggianti su Pfizer che sembrano indicare che venga bloccato il contagio, quindi si blocchi la trasmissione. Però non abbiamo ancora una certezza matematica".
Vaccino, attenzione al rischio paesi poveri
Oggi il timore per il futuro si chiama varianti. Si tratta di una situazione che spiega in parte il motivo per il quale la lotta contro il virus non può essere interpretata in maniera egoistica.
"Il virus - ha precisato Antonella Viola - è libero. Viaggia ed è per questo che non possiamo pensare di risolvere il problema di una pandemia pensando solo al nostro Paese. Al nostro orticello. Dobbiamo pensare a livello globale. Non pensiamo ad accaparrarci noi nazioni ricche i vaccini". Aggiungendo poi che qualora a muovere il pensiero comune fosse soltanto "un punto di vista puramente egoistico, e laddove l'etica non ci muovesse" si dovrebbe comunque fare i conti con il fatto che "se il virus circola in Africa, le varianti si generano e poi tornano da noi. Noi dobbiamo agire a livello mondiale e dare i vaccini anche ai paesi poveri".
Tra le situazioni che ad oggi fanno ben sperare è l'evoluzione della diffusione del contagio in Israele. "Quello - ha detto l'immunologa - è uno dei dati molto incoraggianti.
C'è effettivamente un'azione della vaccinazione anche proprio nella trasmissione. Questo ci fa ben sperare che riusciremo a limitare anche le infezioni".
Coronavirus, i dubbi di Antonella Viola sui tempi della vaccinazione
Oggi l'Italia spera di accelerare sul fronte della vaccinazione. L'immunologa è stata chiamata a rispondere se la possibile nuova stabilità politica in Italia possa agevolare gli sviluppi futuri. "Sì, se si fanno - ha evidenziato - i passi giusti. Se la stabilità è verso i passi sbagliati, no. Per esempio il passo giusto è mettere in atto una campagna di vaccinazione che porti a vaccinare tante persone, ma anche nel modo corretto. Per dirla fuori dai denti: vaccinare con AstraZeneca a distanza di tre mesi è un errore dal mio punto di vista, così come dal punto di vista di molti scienziati.
In questa maniera noi generiamo tante persone che hanno un'immunità parziale e quindi potremmo addirittura favorire lo sviluppo di varianti. Questo è un errore. Per cui se c'è stabilità e si decide tutti serenamente di andare in questa direzione, è una stabilità che non fa bene".
"Al momento - ha proseguito - le indicazioni dicono che si vaccinerà dopo dodici settimane. quindi dopo tre mesi con la seconda dose di AstraZeneca. Speriamo che, invece, questa cosa si possa rivedere, perché questo mi preoccupa molto. Bisognerebbe non avere troppa fretta e non avere una visione troppo a breve termine. Capisco che la scelta è di vaccinare più persone possibili, ma noi dobbiamo avere una visione a lungo termine perché questa battaglia contro il virus la dobbiamo vincere nel tempo".