Era noto che il 2021 sarebbe dovuto essere l'anno della vaccinazione contro il Coronavirus. Una vera e propria luce in fondo ad un tunnel che, però, sembra essere ancora lungo. Le difficoltà relative alla produzione e poi alla distribuzione sono possibili criticità che si annidano nel cammino verso l'ottenimento dell'immunità di gregge.

Paesi come la Germania puntano a raggiungerla già nel mese di settembre. Se ne è parlato nel corso della trasmissione di La 7 Otto e mezzo. Ospite di Lilli Gruber c'era l'immunologa Antonella Viola.

Vaccino Covid, le previsioni di Antonella Viola

Riguardo al processo in Italia la dottoressa è stata chiara. "Il problema - ha evidenziato - è avere le dosi di vaccino. Secondo me tra Pfizer, Moderna AstraZeneca e speriamo Johnson e Johnson se aumentiamo davvero la capacità di vaccinare potremmo arrivarci entro la fine dell'anno. Però bisogna correre, bisogna davvero correre. Con questi ritmi tre-quattro anni per vaccinare tutta la popolazione".

L'immunologa ha fatto un inciso abbastanza chiaro su uno dei vaccini che presto potrebbe essere approvato, ossia Johnson e Johnson. "Quello - ha specificato - sarebbe davvero un grande cambio di passo, perché basta una singola dose per avere la protezione.

Quindi è tutto più facile, tutto più snello".

E riguardo alla disponibilità "I numeri che abbiamo per ora per la fine dall'anno dovrebbero essere sufficienti".

Resta, però, la necessità di innalzare la velocità con cui si potrà vaccinare la popolazione e modificare gli standard attuali. "Sono - ha detto l'immunologa - dei ritmi che sono stati utilizzati adesso in questa prima fase.

Non possono essere gli stessi della seconda fase. E per quello che serve reclutare personale, organizzare centri vaccinali. Bisogna davvero che ci sia un sistema che funzioni alla perfezione".

Vaccino AstraZeneca, Viola sulla questione over 55

Antonella Viola ha, inoltre, manifestato il suo punto di vista relativo alla scelta di somministrare il vaccino AstraZeneca a chi ha meno di 55 anni.

"Io - ha evidenziato - aggiungerei non solo under 55, ma anche sani. Io ad un cinquantenne iperteso o diabetico non darei l'AstraZeneca. Perché è meno efficace, protegge sei persone su dieci che vengono vaccinate. Non rischierei un vaccino meno efficace in presenza di un vaccino molto efficace come Pfizer. Non rischierei su una persona che ha delle comorbidità che lo rendono suscettibile a Covid-19. Per me l'AstraZeneca dovrebbe essere un vaccino dedicato a persone che non sono ad alto rischio, ma a persone che, tutto sommato, anche dovessero ammalarsi farebbero una malattia tranquilla. Un'influenza. Niente di più".