Massimo Galli, infettivologo del Sacco di Milano ha replicato su Twitter alla smentita dell'ospedale in cui lavora riguardo alcune sue dichiarazioni sulla presenza di circa un terzo dei malati Covid da ricondurre alla variante inglese nei letti di cui si occupa nel suo reparto. Una percentuale che, anche a livello epidemiologico, rappresenterebbe un campanello d'allarme.
Galli smentito: la nota del Sacco
A pubblicare dati difformi da quelli lasciati intendere dal medico è stato il suo stesso ospedale. In una nota il Sacco di Milano ha precisato che la percentuale di pazienti affetti da Coronavirus "inglese" sono in linea con la media nazionale e inferiori a quella regionale lombarda.
I numeri ufficiali sono stati di circa 314 ricoveri Covid tra il 23 dicembre ed il 4 febbraio. Di questi 50 avrebbero avuto un sequenziamento del genoma virale e 6 di questi avrebbero palesato la presenza della variante inglese.
Smentita Sacco, la risposta di Galli su Twitter
Sul profilo Twitter di Massimo Galli è arrivata una replica significativa. "Al Sacco - ha scritto - le varianti inglesi sarebbero 6 su 50. Bizzarro, se è così sono tutti passati per il mio reparto. Dirigo un laboratorio di ricerca universitario che lavora sulle sequenze di Sars-Cov2 da gennaio 2020. Dei miei dati sono certo".
Al Sacco le varianti inglesi sarebbero 6 su 50 casi testati. Bizzarro, se è così sono tutti passati per il mio reparto! Dirigo un laboratorio di ricerca universitario che lavora sulle sequenze di SARS-CoV-2 da gennaio 2020 (allego tre pubblicazioni). Dei miei dati sono certo. pic.twitter.com/9eHdz1WiaP
— Massimo Galli (@MassimoGalli51) February 18, 2021
Coronavirus, Galli dice che aspetterà 15 giorni
Massimo Galli è stato chiamato in causa sulla vicenda anche nel corso della trasmissione di La7 L'aria che tira.
Nella circostanza ha fornito un'ulteriore chiave di lettura alla vicenda e sul perché potrebbero esserci numeri diversi nella sua visione e in quella dell'ospedale “Esistono - ha evidenziato - due velocità diverse. Quelle del laboratorio di ricerca che dirigo e che ha determinati dati, ovviamente soltanto sui pazienti che è previsto possano entrare in uno studio autorizzato.
E quindi sono i dati che riguardano fondamentalmente il mio reparto e poco altro. E quelli, credo, successivamente garantiti dall’ospedale”. “Se vogliamo divertirci - aggiunto - su questa questione, divertiamoci. Non dirò più una parola su questo probabilmente , quello che farò è semplicemente aspettare quindici giorni”.
“Tra quindici giorni - ha evidenziato - vorrò vedere quale sarà la percentuali di varianti inglesi isolate sul totale degli isolamenti fatti e delle valutazioni fatte”.