In Umbria la situazione Coronavirus non è delle migliori per quanto riguarda il piano vaccinale e le restrizioni della zona arancione. Le vaccinazioni degli over 80 continuano ad andare a rilento, non ci sono notizie su quando si passerà a vaccinare le persone over 70 e le persone fragili e nei giorni passati il caso AstraZeneca ha fatto sorgere dei dubbi. Nel frattempo la Regione ha previsto la chiusura delle scuole primarie e secondarie in tutto il territorio regionale, nonostante la zona arancione.
Per quanto riguarda le Università, ancora non si hanno notizie.
Il piano vaccinale va a rilento
Liste di attesa infinite, pochi punti vaccinali, orari di apertura limitati e scarsità di personale. Questo è ciò che denuncia in un post su Facebook il consigliere Tommaso Bori, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale.
L'Umbria rimane ancora tra le ultime regioni per quanto riguarda le vaccinazioni: in rapporto agli abitanti della regione (oltre 880mila) solo il 2,61% è stato vaccinato (meno di 23mila persone che hanno ricevuto entrambe le dosi). Seguono solo Sardegna (2,60%), Puglia (2,57%) e Calabria (2,51%).
A chi si prenota viene dato appuntamento fino al mese di giugno e i punti vaccinali, nonostante gli annunci di volerli incrementare, a due mesi e mezzo dal "Vaccino Day" rimangono pochi, con orario ridotto (dalle 8.30 alle 14.00) e chiusi la domenica in tutta la regione (tranne un solo punto vaccinale nel perugino).
Rimane poi il fatto di essersi "dimenticati" di inserire i soggetti fragili tra le categorie da vaccinare per prime, fa notare Bori. "Mentre nelle altre regioni sta iniziando la vaccinazione degli over 70, in Umbria siamo ancora molto indietro sulle vaccinazioni di over 80 e 90" continua nello stesso post il capogruppo del PD.
Caos informativo su AstraZeneca
Il caos provocato dal ritiro del lotto di AstraZeneca per accertamenti non ha risparmiato il cuore verde d'Italia.
L'ufficio stampa della Regione Umbria ha diffuso i dati sulle vaccinazioni del fine settimana, da venerdì 12 a domenica 14. "Venerdì 12 marzo su 2.500 prenotabili, hanno aderito e quindi si sono vaccinati con AstraZeneca, 2.000 cittadini. Sabato 13 marzo su 1.700 posti prenotabili, si sono presentati per la vaccinazione in 1.430, mentre domenica 14 marzo, i posti prenotabili erano 2.500 e riservati ad anticipare la prenotazione del personale scolastico i cui appuntamenti erano già fissati per aprile e maggio. Si sono prenotati in meno di 100." si legge sul sito della Regione.
Numerosi quotidiani locali hanno interpretato come "rinunce" le mancate vaccinazioni effettuate domenica 14. Quello che è successo, in realtà, sembra essere molto meno allarmante.
Dal comunicato si evince che le vaccinazioni della giornata di domenica 14 marzo riguardavano il personale scolastico che si era già prenotato per vaccinarsi tra aprile e maggio. Nessuna rinuncia, quindi, semplicemente si è preferito mantenere l'appuntamento già preso. Che le motivazioni riguardino la diffidenza nei confronti del vaccino di AstraZeneca o difficoltà di organizzazione, non è dato saperlo. La comunicazione, secondo il capogruppo Bori, sembra essere stata inviata via sms agli interessati, offrendo la possibilità di vaccinarsi domenica 14 anziché nei prossimi giorni.
Scuole e università: genitori e insegnanti annunciano il ricorso al Tar
Nel frattempo, c'è un'altra questione che fa discutere.
Nonostante l'Umbria sia stata dichiarata zona arancione, la Regione ha emesso un'ordinanza, in vigore fino al 5 aprile, che prevede la chiusura di tutte le scuole primarie e secondarie in tutto il territorio regionale.
Secono il decreto legge del 13 marzo, in zona arancione le scuole di primo grado (elementari e medie) possono svolgere attività in presenza, mentre le superiori rimangono in didattica a distanza, garantendo la presenza tra il 50 e il 75% degli studenti. Tuttavia, le Regioni hanno facoltà di adottare misure più restrittive e disporre la chiusura dell'attività scolastica e asili nido, in caso di peggioramento della curva dei contagi, in caso i contagi salgano oltre il valore della "soglia critica", oppure in caso venga riscontrata una palese gravità nella circolazione delle varianti di Coronavirus.
Ma il comitato "A scuola - Umbria", associazione di genitori e insegnanti, in un comunicato stampa, punta il dito contro la scarsa trasparenza della Regione per quanto riguarda i dati dei contagi tra la popolazione scolastica, "i tracciamenti, la diffusione delle varianti e persino incongruenze tra i dati riferiti ai diversi livelli territoriali". Il Comitato annuncia ricorso al Tar per la "scarsa legittimazione e giustificazione delle scelte prese sulle scuole". E per le Università, ancora silenzio totale.