"AstraZeneca è sicuro ed efficace", nessuna correlazione tra le trombosi e il vaccino contro il Coronavirus, ha dichiarato ieri l'Ema nel suo pronunciamento. Ma questo lo sapevamo già. Bastava conoscere la matematica. 25 casi di trombosi rare su oltre 20 milioni di vaccinati, normalmente non farebbero scattare nessun campanello d'allarme. Specialmente perché esistono farmaci di uso comune, i cui rischi sono infinitamente maggiori. Tutti farmaci che moltissimi italiani prendono senza pensarci due volte, hanno controindicazioni ben più gravi di quelle riscontrate nell'utilizzo dei vaccini Covid.

Eppure nessuno di questi farmaci ha ricevuto il trattamento riservato in questi giorni ad AstraZeneca.

Qualche giorno di blocco equivale a due settimane di ritardi

Bloccare AstraZeneca per tre giorni ha comportato un ritardo recuperabile in due settimane, dicono da Palazzo Chigi. Due settimane particolarmente importanti se pensiamo che si sta avvicinando la bella stagione e il Paese non può permettersi un'estate in lockdown. Sempre sperando che l'esempio dell'anno scorso sia stato recepito. Si sperava nei vaccini per tornare gradualmente alla socialità: questo stop non ci voleva.

Nelle prossime ore si riprenderanno le vaccinazioni, dunque. Il progetto del governo e delle Regioni sembra essere quello di "vaccinare h24", come ha dichiarato la Regione Lazio.

I centri vaccinali potranno estendere gli orari d'apertura "secondo le necessità" e anche di notte. Tuttavia le modalità di esecuzione sembrano un po' meno semplici di così.

Turni straordinari per il personale medico, come se non ne avessero già fatti abbastanza. Punti vaccinali aperti anche nei weekend, se le Regioni non avessero già ritenuto adeguato vaccinare la popolazione anche nei fine settimana.

Come se non fosse una corsa contro il tempo per evitare il rapido diffondersi delle varianti. Anche le farmacie e gli infermieri saranno coinvolti nella campagna vaccinale. A quasi tre mesi dall'inizio della campagna vaccinale, ancora non si era pensato a coinvolgere personale perfettamente in grado di eseguire una vaccinazione.

Mancano le dosi

C'è però un problema di fondo che potrebbe far saltare tutto il piano di recupero. Mancano le dosi di vaccino da somministrare. Accelerare sarà impossibile se le case farmaceutiche non rispetteranno le consegne. I ritardi e il ruolo della Commissione europea nelle negoziazioni con le case farmaceutiche sono già sotto accusa da parte del Parlamento europeo, visto che a quanto pare, le multinazionali dei vaccini Covid, da contratto, non saranno sanzionate per questo.

La Commissione ha annunciato oggi la messa in mora di AstraZeneca per i ritardi nelle consegne. Staremo a vedere come risponderà la casa farmaceutica dopo questa situazione.

Il panico generale

Altro fattore importante per l'accelerazione della campagna vaccinale riguarda la fiducia della popolazione nella sicurezza dei vaccini.

Il vaccino AstraZeneca è stato dichiarato sicuro, ma l'opinione pubblica potrebbe non essere così pronta a fidarsi, specialmente dopo il tipo di notizie che sono state riportate negli ultimi giorni. Sul web, in molti accusano alcune testate giornalistiche di aver fatto intendere una correlazione tra il vaccino e le trombosi senza alcuna prova. Se questo abbia influenzato negativamente l'opinione pubblica riguardo al vaccino, lo vedremo nell'andamento delle vaccinazioni nei prossimi giorni. Sperando, per il bene di tutti, che non sia così.

La scelta 'politica' di bloccare AstraZeneca

Secondo l'Aifa, la decisione di bloccare AstraZeneca in via precauzionale è stata una scelta "politica". Cosa questo significhi lascia spazio a grandi interpretazioni.

Se la scelta è stata politica, significa che probabilmente né Aifa né Ema avrebbero bloccato il vaccino sulla base dei dati scientifici in loro possesso. Ema ha più volte ribadito di prendere seriamente "le preoccupazioni degli Stati membri" riguardo al siero AstraZeneca. Tuttavia, le motivazioni di queste preoccupazioni non sono state rese note. I numeri non le giustificano e non possono giustificarle.

È chiaro che il popolo italiano (e non solo) meriti una spiegazione per questa scelta "politica", non giustificata dai numeri. In questi tre giorni di stop, sono morte in totale 1.356 persone per il Covid. Nessuno è morto per cause indiscutibilmente riconducibili ad alcun effetto avverso dei vaccini. Abbiamo accumulato dei ritardi che non ci potevamo permettere e alcune Regioni stanno rischiano di entrare in zona rossa. E la fiducia dell'opinione pubblica potrebbe essersi incrinata.