Sono ancora tanti i dubbi sulla morte di Francesco Pantaleo, lo studente universitario 23enne originario di Marsala, trovato carbonizzato domenica 25 luglio nelle campagne di Pisa. Con il passare dei giorni, le perplessità e zone d'ombra sulla vicenda sono tutt'altro che svanite.
Gli inquirenti prendono in considerazione tutte le ipotesi per cercare di arrivare alla verità sulla morte dello studente.
Sembrerebbe prevalere l'ipotesi del suicidio, a dispetto però di molteplici 'anomalie' sul ritrovamento del corpo. L'ultima parola potrà dirla solo l'autopsia disposta dalla Procura e che dovrebbe svolgersi nei prossimi giorni.
Pantaleo, dalla scomparsa al ritrovamento
Francesco Pantaleo era scomparso sabato 24 luglio dall'appartamento a Pisa di via Adige, poco distante dalla celebre torre, che condivideva con altri due studenti. Il 23enne studente fuori sede, era iscritto alla facoltà di Ingegneria informatica della città dove era rimasto anche durante il lockdown. Il giorno della scomparsa aveva portato con sé solo uno zaino, le chiavi di casa e 200 euro.
Inizialmente sembrava si trattasse di una fuga motivata dalla mancata laurea: ai genitori non aveva detto di non aver sostenuto alcuni esami e di essere ancora lontano dal traguardo. A far sperare i familiari in tal senso, erano stati i cani molecolari che avevano fiutato tracce del 23enne alla stazione ferroviaria di San Rossore. La madre e il padre lo avevano descritto come un ragazzo serio, senza grilli per la testa, e in tv avevano lanciato più appelli: "Francesco torna, qualsiasi cosa si aggiusta", gli avevano detto accorati.
Il giorno dopo la scomparsa, il 25 luglio, Pantaleo è stato trovato carbonizzato nelle campagne pisane. Finché si cercava una persona scomparsa, si occupava del caso la polizia.
Poi la Procura ha dato mandato ai carabinieri del nucleo investigativo di Pisa di indagare: al vaglio, le immagini registrate da telecamere di videosorveglianza, pubbliche e private, per cercare possibili indizi o riprese che si riferiscano alle ultime ore di vita del ragazzo. I militari hanno anche posto sotto sequestro la camera dove alloggiava Pantaleo.
Sulle prime, il ritrovamento del corpo carbonizzato aveva indotto gli inquirenti a pensare che potesse trattarsi di un africano di cui i familiari avevano denunciato la scomparsa da Lucca lo scorso 9 luglio. Ma già dopo un primo esame esterno, il medico legale aveva ipotizzato che avesse qualcosa a che fare con la scomparsa dello studente universitario siciliano.
La prova scientifica ha spazzato via i dubbi sull'identità: dopo essere stati acquisiti campioni biologici dei familiari, in particolare il Dna materno, sono stati sottoposti a comparazione genetica, e il perito genetista ha confermato l'identità dello studente.
La laurea mancata
Secondo quanto si apprende Pantaleo aveva raccontato bugie sulla propria carriera universitaria: genitori e amici sapevano che attendeva il voto dell'ultimo esame sostenuto, per poi discutere la tesi, ma così non era. Aveva riferito ai familiari che la sessione di laurea si sarebbe svolta il 27 luglio, ma dal controllo sul libretto universitario quella data non risulta. Ed è sparito tre giorni prima.
Nella sua stanza ha lasciato quasi tutto: telefono cellulare, portafoglio con documenti e bancomat, occhiali da vista e iPhone che gli aveva regalato il padre.
Sembrerebbe che prima di sparire abbia fatto di tutto per cancellare tracce della sua storia. Sul pc, comprato tre mesi prima, non c'era alcun dato salvato e l'ultimo accesso risale al sabato mattina. Dal cellulare, lasciato sul comodino con il blocco, avrebbe provato a disattivare i dati della geolocalizzazione.
Ipotesi omicidio
La Procura indaga per istigazione al suicidio, ma alcuni elementi farebbero pensare a un omicidio. Sul corpo carbonizzato e privo di scarpe, e sul luogo dove è stato ritrovato, non sono state rinvenute tracce di combustibile o strumenti per appiccare il fuoco, quali accendini o taniche con liquidi.
Anomalo è il luogo del ritrovamento perché è una zona isolata in una frazione di San Giuliano Terme, distante circa sei chilometri dal centro di Pisa, di difficile accesso per uno studente fuori sede.
Come ci sarebbe arrivato? Infine, il corpo presentava uno squarcio sotto al collo piuttosto ampio, ma forse la lacerazione è stata provocata dalle fiamme e non prima da un'arma da taglio. Non sono stati trovati biglietti di addio né di spiegazioni. Ma se si fosse trattato di un omicidio, resterebbe da capire chi mai avrebbe voluto la sua morte e perché.