Laura Ziliani sarebbe stata stordita con le benzodiazepine e poi soffocata nel sonno. Non si conoscono ancora i risultati finali degli accertamenti sui resti dell’ex vigilessa 55enne: in attesa della relazione finale del professor Andrea Verzeletti, responsabile dell’Istituto di medicina legale di Brescia, il Corriere della Sera anticipa quella che sembra l’ipotesi più probabile per gli inquirenti sulla base degli esami tossicologici preliminari.

Secondo le ricostruzioni, le due figlie della donna, 27 e 19 anni, aiutate dal fidanzato 27enne della maggiore avrebbero narcotizzato la vittima, per poi ammazzarla nel sonno, nella notte tra il 7 e l’8 maggio. In particolare Laura Ziliani sarebbe deceduta per soffocamento non violento, un espediente che non avrebbe lasciato nessun segno visibile sul corpo, in quanto la 55enne sarebbe stata incapace di difendersi. Quindi i tre – arrestati lo scorso venerdì, 24 settembre – avrebbero nascosto il corpo della donna, inscenando la sua scomparsa, dovuta a un presunto malore o incidente durante una passeggiata nei boschi della Val Camonica.

Infine avrebbero fatto ritrovare i resti tre mesi dopo, lungo l’argine del fiume Oglio a Temù, in provincia di Brescia, dopo essere stati attenti a conservare le spoglie in condizioni tali da evitarne il rapido deterioramento.

Laura Ziliani sarebbe stata narcotizzata con un mix di ansiolitici

I consulenti dei magistrati che coordinano le indagini sono convinti che, per rendere del tutto inerme Laura Ziliani, i tre presunti colpevoli abbiano utilizzato un mix di ansiolitici a base di benzodiazepine. Questi medicinali, secondo gli esperti, avrebbero reso impossibile ogni capacità di difesa da parte dell’ex vigilessa. Tuttavia la quantità somministrata, secondo i primi accertamenti, non sarebbe stata sufficiente a provocare il decesso della vittima, che quindi deve essere stata soffocata nel sonno, mentre era incosciente e incapace di reagire.

A supportare questa ricostruzione c’è anche la circostanza che la 55enne indossasse solamente slip e canotta quando è stata ritrovata: si tratta degli indumenti che, come ha ricordato il compagno, utilizzava di solito per andare a dormire.

Gli assassini avrebbero ridotto Laura Ziliani in stato semi-comatoso

Quindi, secondo gli inquirenti, i tre avrebbero ridotto Laura Ziliani in uno stato semi-comatoso, per poi ucciderla con maggiore facilità. Infatti, il mix di farmaci somministratole avrebbe causato la drastica riduzione del numero di respiri al minuto: in quelle condizioni sarebbe bastato tapparle le narici o appoggiare un cuscino sul volto per non permetterle più di respirare. Le analisi compiute dai medici legali di Brescia mirano proprio a trovare ulteriori elementi che confermino questa ricostruzione.

Alcuni esperti hanno spiegato che una certa quantità di medicinali a base di benzodiazepine è in grado di provocare uno stato di ipnosi molto profondo nel paziente: in queste condizioni si respira a un ritmo meno frequente e avviene una riduzione della saturazione dell’ossigeno nel sangue, fino al punto che il numero dei battiti cardiaci diminuisce in modo considerevole, tanto da poter portare anche all’arresto cardiaco, nei casi più gravi.

I tre arrestati avrebbero ucciso Laura Ziliani per motivi economici

Secondo gli inquirenti, le figlie di Laura Ziliani, insieme al fidanzato della maggiore tra le due, avrebbero studiato a lungo un piano per ammazzare la donna, inscenando la sua scomparsa nei boschi e il successivo ritrovamento del corpo.

La 55enne sarebbe stata uccisa per motivi economici: infatti il movente sarebbe da ricercare nel desiderio dei presunti assassini di mettere le mani sull’ingente patrimonio immobiliare dell’ex vigilessa.