Col passare delle ore sale il bilancio della strage di Nuoro: è deceduto anche il figlio di 10 anni del responsabile, del quale era stata precedentemente dichiarata la morte cerebrale. Sale così a cinque il bilancio del fatto di cronaca nera: l’operaio forestale di 52 anni nella mattinata di mercoledì 25 settembre ha ucciso a colpi di pistola la moglie 43enne e la figlia maggiore di 26 anni, prima di sparare anche agli altri due figli e al vicino di casa, il 69enne morto anche lui nelle scorse ore. Infine, l’autore dei delitti si è recato a casa della madre 84enne per colpirla, prima di rivoltare la pistola contro sé stesso e togliersi la vita.
Al momento fra le vittime sono in vita solo l’anziana, ricoverata in terapia intensiva, e il figlio di 14 anni, che non è in pericolo, essendo stato ferito di striscio. Nel frattempo, gli inquirenti stanno cercando di far luce sul movente della strage, che sarebbe stata compiuta subito dopo una violenta lite tra marito e moglie.
La dinamica della strage familiare di Nuoro
A dare l’allarme per prima, alle 7 del mattino, è stata la moglie del vicino di casa dell’operaio con una telefonata ai carabinieri di Nuoro: “Venite, hanno sparato a mio marito”, ha spiegato la donna. Secondo gli inquirenti si era appena incrociato per caso con l’assassino sulle scale del condominio. L’uomo impugnava una pistola calibro 7.65, ereditata e legalmente detenuta a uso sportivo, usata per la strage: da poco tempo gli era stato rinnovato il porto d’armi.
Una volta aperta la porta blindata dell’appartamento, le forze dell’ordine hanno ritrovato i corpi delle altre vittime. Per le prime ricostruzioni di quanto accaduto è stata fondamentale la testimonianza dell’unico figlio superstite, che avrebbe sin da subito parlato di un violento litigio tra i genitori. La dinamica sembra chiara: l’uomo si è alzato dal letto, ha preso l’arma custodita in un cassetto e ha sparato alla moglie, uccidendola con un colpo alla testa.
Poi è entrato nella stanza della figlia, che per difendersi si è portata una mano al volto, e successivamente ha fatto fuoco contro gli altri figli e il vicino. È salito in auto e si è recato a casa della madre, che a quell’ora stava facendo colazione. Dopo averla ferita al collo si è quindi ucciso sotto i suoi occhi, utilizzando sempre la stessa pistola.
Le indagini sulla strage: si cerca il movente
Al momento non c’è nessuna certezza sul movente di questa strage. A quanto pare marito e moglie avevano l’intenzione di separarsi, anche se vivevano ancora nella stessa abitazione. Una relazione non semplice e contrastata dai parenti della donna, sin dalla nascita della prima figlia quando la madre era ancora minorenne. Chi lo frequentava al lavoro parla dell’operaio forestale come di una persona tranquilla e molto disponibile, sempre pronta ad aiutare i colleghi, anche per via del suo ruolo sindacale all’interno del direttivo provinciale della Fai-Cisl. Inoltre, in molti raccontano di come il pluriomicida fosse un grande appassionato di armi. Tuttavia, chi era più vicino alla famiglia parla di un uomo prepotente, molto possessivo e con una forte mania di controllo nei confronti dei suoi cari, anche se era incensurato e non pendevano a suo carico denunce o segnalazioni relative a comportamenti violenti.
Le dichiarazioni del procuratore generale di Cagliari sulla vicenda
Luigi Patronaggio, procuratore generale di Cagliari, è intervenuto sulla strage che ha sconvolto Nuoro, che si prepara a proclamare il lutto cittadino in occasione dei funerali delle vittime. Secondo il magistrato, è necessario dare “una risposta alle tante domande che angosciano le coscienze” alle quali stanno lavorando col massimo impegno gli inquirenti impegnati in questa vicenda di Cronaca Nera. Per il procuratore, “in casi come questo, senza un apparente perché, lo sforzo investigativo è un dovere morale prima che giuridico”.