Laura Ziliani sarebbe stata uccisa dalle figlie per denaro. La vigilessa 55enne era scomparsa nel nulla da Temù, in provincia di Brescia, lo scorso 8 maggio. Nelle scorse ore le due sorelle di 19 e 27 anni sono state arrestate insieme al fidanzato della maggiore, uno studente universitario 27enne, con l’accusa di aver inscenato la sparizione per depistare le indagini e celare il delitto della donna, risalente con ogni probabilità alla sera del 7 maggio. I resti della vittima sarebbero stati nascosti per tre mesi in un luogo adatto a permetterne la conservazione fino al ritrovamento, avvenuto l’8 agosto lungo le rive del fiume Oglio.

Già a fine giugno i tre sospettati, in base ai primi indizi raccolti dagli inquirenti, erano finiti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio aggravato e di occultamento di cadavere.

Laura Ziliani sarebbe stata uccisa per l’eredità

Secondo il gip Alessandra Sabatucci, che ha disposto l’arresto dei tre, alla base del delitto di Laura Ziliani ci sarebbero motivi di natura economica: le ragazze volevano subentrare alla madre nella gestione delle sue proprietà immobiliari, che avrebbero ereditato, in modo da risolvere i loro problemi economici. I tre avrebbero premeditato a lungo il piano criminale, riuscendo anche a intralciare il lavoro degli inquirenti. A quanto pare, già nello scorso aprile ci sarebbe stato un primo tentativo di eliminare la vigilessa: la donna avrebbe sofferto di sonnolenza e malesseri vari per diversi giorni, dopo aver bevuto una tisana, che probabilmente era stata avvelenata.

I sospetti degli inquirenti sul decesso di Laura Ziliani

Gli inquirenti avevano riscontrato numerose anomalie nel racconto dei tre arrestati, tanto da non credere alle ipotesi di un malore improvviso in montagna o di un infortunio. Inoltre, subito dopo il ritrovamento del corpo di Laura Ziliani, il medico legale non aveva riscontrato alcuna lesione esterna o tracce di una prolungata permanenza in acqua.

Così gli investigatori hanno iniziato a ritenere che i resti fossero stati occultati in un ambiente in grado di rallentarne il processo di decomposizione. Infine, le analisi tossicologiche hanno riscontrato tracce evidenti di benzodiazepine, che hanno fatto supporre che la 55enne sia stata uccisa con queste sostanze. Come ha chiarito il procuratore di Brescia Francesco Prete, il quadro indiziario che si è via via andato delineando ha portato a escludere l’ipotesi di un incidente o di una morte naturale.

I tanti elementi sospetti sulla scomparsa di Laura Ziliani

A insospettire gli inquirenti sono stati diversi elementi, come l’allarme sulla scomparsa dato troppo precipitosamente dalle figlie della donna, o la scoperta in cantina del telefonino che Laura Ziliani teneva sempre con sé. Gli investigatori avevano poi ritrovato nel bosco una scarpa della vigilessa, proprio nel luogo in cui un uomo aveva detto di aver visto la figlia maggiore della 55enne insieme al fidanzato. Inoltre i tre indiziati avevano completamente resettato i propri cellulari, prima di consegnarli per gli accertamenti. Infine, diverse intercettazioni avrebbero confermato la premeditazione del delitto: infatti le ragazze parlavano apertamente delle ricerche fatte dallo studente universitario su come ammazzare qualcuno e sui crimini perfetti compiuti in passato.

In più le due sorelle, già poche settimane dopo la denuncia della scomparsa della madre, avevano iniziato a discutere su come spendere i soldi, dell’acquisto di una nuova automobile e delle vacanze da organizzare in futuro. Anche Marisa, l’anziana madre di Laura Ziliani, aveva confidato ai carabinieri di avere dei sospetti sulle nipoti e sul 27enne, ritenendo che la figlia fosse stata uccisa e non vittima di un incidente dopo essersi smarrita nei boschi.