Lunedì 23 settembre, la Strada Statale 106, arteria fondamentale della Calabria, è stata il palcoscenico di una protesta degli agricoltori e allevatori locali della Calabria. Alla base delle manifestazioni vi è la grave crisi idrica che sta mettendo a rischio la coltivazione dei finocchi, una delle colture principali per l’economia della zona. Questa carenza di risorse idriche, in una regione già duramente colpita da altre emergenze sanitarie e ambientali, ha portato gli operatori agricoli a scendere in strada, chiedendo un intervento urgente delle istituzioni.
La protesta a Isola di Capo Rizzuto
Gli agricoltori di Isola di Capo Rizzuto hanno scelto di manifestare per denunciare la mancanza d’acqua. Tra le colture più colpite vi è il finocchio, coltivazione strategica per l’intera economia agricola della zona. Senza un approvvigionamento idrico regolare, i raccolti rischiano di non poter essere avviati, compromettendo non solo la produzione locale ma anche il futuro delle aziende che operano in un contesto già fragile. La carenza d’acqua, problema cronico di molte aree rurali italiane, in Calabria si sta trasformando in un'emergenza strutturale che richiede risposte immediate e concrete da parte delle autorità.
L’agricoltura e l'emergenza sanitaria
Oltre alla crisi idrica, gli agricoltori calabresi devono fare i conti con altre problematiche, come l’epidemia della lingua blu che ha colpito duramente gli allevamenti.
Questa emergenza ha già messo in ginocchio molte aziende, causando una riduzione del bestiame e un aumento dei costi di gestione per gli allevatori. Ora, con la minaccia dell’interruzione della produzione agricola a causa della siccità, l’intero comparto rischia di subire un colpo decisivo. Gli operatori agricoli si sono quindi organizzati per far sentire la propria voce, chiedendo un piano di emergenza per salvare la stagione agricola e garantire la sopravvivenza delle attività.
L’impatto sulla comunità di Isola di Capo Rizzuto
Il rallentamento del traffico lungo la SS 106, causato dalla protesta, ha generato disagi per i pendolari e per i trasporti locali. Tuttavia, gli agricoltori sottolineano che senza un intervento tempestivo delle autorità, il rischio è quello di una crisi ben più grave che metterebbe a rischio l'intero tessuto economico locale.
La produzione agricola, infatti, è una delle principali fonti di sostentamento per le famiglie della zona, e la sua paralisi avrebbe conseguenze devastanti per l’occupazione e l’economia. Gli agricoltori chiedono soluzioni strutturali per risolvere la crisi idrica, come la realizzazione di invasi o il potenziamento delle infrastrutture idriche esistenti, misure che potrebbero garantire la sopravvivenza del settore e preservare l’economia agricola calabrese.