Continua la vicenda del piccolo Eitan Biran, il bambino israeliano sopravvissuto alla strage della funivia del Mottarone avvenuta lo scorso 23 maggio. Il tribunale di Israele si pronuncerà solamente sull'eventuale ritorno in Italia del bambino. Il presidente del tribunale dei minorenni, Vittoria Correa, intervenuta in una recente puntata di Uno mattina in famiglia su Rai 1, ha dichiarato: "Sicuramente il tribunale israeliano ha cercato di agevolare il bambino".

La data fissata per l'udienza è il prossimo 8 ottobre. È bene precisare, tuttavia, che il tribunale di Tel Aviv non deciderà sull'affidamento del bambino.

Eitan: cosa prevede la convenzione dell'Aia

L'Italia ha ratificato la convenzione dell'Aia nel 1994, entrata in vigore l'anno successivo. Secondo quanto previsto dalla convenzione, il procedimento deve essere attuato nel luogo in cui il minorenne è stato portato. A causa di questa situazione, la famiglia del padre e quella della madre del bimbo hanno iniziato una diatriba legale. Vittoria Correa ha spiegato che il tribunale non dovrà esprimersi sull'affidamento, bensì sul rientro.

Correa ha fatto inoltre notare come in Italia ci sarebbe già la zia paterna del piccolo in qualità di affidataria. Prima però bisognerà decidere se l'allontanamento del bimbo sia stato effettivamente un gesto illegale e se un eventuale rientro in Italia possa essere deleterio per il suo benessere. L'interesse primario è che il piccolo non subisca nuovi traumi dopo quanto accaduto. Bisognerà comprendere quale sia la soluzione migliore per Eitan e sarà il giudice a dare tale valutazione. Un rientro in Italia sarebbe impossibile nel caso di una situazione intollerabile o in caso di pericoli seri per il bambino. Il presidente del tribunale dei minorenni ha tuttavia chiarito che questo non è il caso di Eitan.

Per i legali del nonno materno non c'è stato alcun rapimento

L'avvocato Alessandra Cagnazzo ha dichiarato che i legali rappresentanti il nonno materno di Eitan negano qualsiasi rapimento ai danni del bambino, in quanto il piccolo non avrebbe una residenza abituale. A detta degli avvocati, la zia paterna di Eitan sarebbe stata nominata tramite un procedimento fallace durante cui il nonno non avrebbe compreso cosa stesse accadendo e che stava rinunciando alla tutela del nipotino. Cagnazzo ha informato che la procura israeliana avrebbe aperto un'indagine nei confronti del nonno che lascerebbe intendere che il viaggio che ha portato il piccolo Eitan lontano dall'Italia sia da considerarsi un rapimento. A prendere la parola anche la psicoterapeuta Maria Malucelli che ha spiegato come è giusto che sia Eitan a scegliere gli amichetti e il luogo in cui stare.