Nuovi guai per Patrizia Reggiani: sarebbe stata plagiata da Loredana Canò, ex compagna di cella a San Vittore, interessata a mettere le mani sul suo patrimonio. Condannata a 26 anni di reclusione per essere stata la mandante dell'omicidio dell'ex marito, lo stilista Maurizio Gucci, Patrizia Reggiani è tornata a essere una libera cittadina nel 2017. In questi anni sarebbe stata vessata da Canò, diventata nel frattempo assistente contrattualizzata e convivente della donna nella sua lussuosa villa di Milano.
Per questo, Canò è stata colpita da provvedimento del giudice tutelare.
Patrizia Reggiani, il provvedimento del Tribunale
La IX Sezione del Tribunale Civile di Milano ha emesso un 'ordine di protezione' nei confronti di Patrizia Reggiani. Ha disposto l'allontanamento dalla casa dell'ex lady Gucci di Loredana Canò, ex compagna di cella nel 2012. All'epoca, Reggiani scontava la pena per l'omicidio Gucci, Canò per detenzione d'arma modificata e ricettazione. La giudice tutelare, Piera Gasparini, ha intimato alla seconda, oltre che di allontanarsi dall'abitazione, di non avvicinarsi più ai luoghi frequentati da Patrizia Reggiani e di "cessare la condotta pregiudizievole" con la quale avrebbe cercato finora di manipolare e orientare la volontà della donna.
L'obiettivo sarebbe stato quello di appropriarsi di una fetta di eredità di Gucci, in qualche modo rimasta in possesso di Patrizia Reggiani, sfruttando la fragilità psichica dell'amica milionaria, provata dalle conseguenze dell'asportazione di un tumore al cervello diagnosticato nel 1992. Ci sarebbero state vessazioni, violenze e un controllo continuo e ossessivo.
Patrizia Reggiani, assistente smascherata dal colf cingalese
A smascherare trame e condotte della 'dama di compagnia' di Patrizia Reggiani, è stato il collaboratore domestico cingalese. L'uomo, oltre a fornire un racconto dettagliato di come l'assistente trattava Reggiani, ha portato all'amministratore di sostegno anche due audio che proverebbero come l'ex compagna di cella stesse plagiando l'ereditiera.
Dall'ascolto degli audio, è emerso che Canò dettava un comunicato con cui la Reggiani avrebbe dovuto riferire ai giornalisti il malcontento per l'operato del giudice tutelare e del nuovo amministrazione di sostegno. Di pari passo con quello civile, va avanti anche un procedimento penale. Il procuratore aggiunto di Milano, Tiziana Siciliano, e il pm Michela Bordieri indagano per circonvenzione di incapace sulla stessa Canò, l’ex amministratore di sostegno e i legali che rappresentano la fondazione beneficiaria del testamento della madre di Patrizia Reggiani, Silvana Barbieri.
Patrizia Reggiani, conti chiusi con la giustizia
L'ultimo procedimento penale a carico dell'ex moglie di Maurizio Gucci, è stato archiviato dal gip Roberto Crepaldi nel 2020.
Era stata indagata erroneamente per la mancata esecuzione del provvedimento del giudice a causa della denuncia di Giuseppe Onorato: il portiere del palazzo di via Palestro, ferito dal killer di Gucci, non si era visto risarcire i 200 milioni di lire disposti in sentenza, somma poi versata. Maurizio Gucci fu ucciso il 27 marzo 1995 con quattro colpi di pistola mentre stava entrando nell’atrio del palazzo di via Palestro 20 a Milano dove si trovavano i suoi uffici. Inizialmente si ipotizzarono trame finanziarie internazionali. Solo dopo, sorsero dubbi sulla ex moglie Patrizia Reggiani. Due anni prima di essere ucciso, Gucci aveva iniziato una relazione con un'altra donna, Paola Franchi, scatenando gelosia e rancore dell'ex moglie.
Per sua ammissione, Patrizia Reggiani in quegli anni andava ossessivamente alla ricerca di un killer chiedendo in giro: "C'è qualcuno che ha il coraggio di ammazzare mio marito?" A molti erano parse provocazioni, dettate dal risentimento di una donna lasciata. Ma due anni dopo l'omicidio, le indagini portarono alla 'vedova nera': arrestata e condannata a 26 anni, l'ex lady Gucci ne ha trascorsi 17 anni in carcere. C'è grande attesa per l'uscita il prossimo 24 novembre nelle sale italiane del film 'House of Gucci'. Diretto da Ridley Scott, è interpretato da Lady Gaga nella parte di Patrizia Reggiani che recita con Al Pacino, Robert De Niro, Jeremy Irons, Jered Leto e Adam Driver. Dopo tanti documentari e inchieste sulla vicenda, è la prima volta che diventa un film, girato quasi interamente in Italia.
Interpellata in merito, Patrizia Reggiani ha manifestato la sua contrarietà e rivolto critiche a Lady Gaga, 'colpevole' di non averla voluta incontrare prima dell'inizio delle riprese. La stessa Reggiani, ha però apprezzato il fatto che nella pellicola l'attrice le somigli moltissimo.