Chi è davvero Mirto Milani? Il soprano psicologo tutto casa e chiesa? Il bravo ragazzo che suona e canta in parrocchia, o un soggetto dalla doppia personalità, capace delle peggiori nefandezze e solo per un attaccamento smodato al denaro? Per la Procura di Brescia, non si sarebbe limitato ad avere una relazione con entrambe le sorelle, Silvia e Paola Zani, arrestate come lui per l'omicidio di Laura Ziliani, la mamma delle ragazze, ma sarebbe stato la mente del 'trio criminale'.

In piena sintonia con l'accusa, la gip Alessandra Sabatucci, nell'ordinanza di custodia cautelare sostiene che le due ragazze senza di lui non sarebbero mai arrivate a concepire il presunto matricidio.

Le accuse, omicidio volontario e occultamento del corpo di Laura Ziliani, sono le stesse per tutti e tre, ma le sorelle per la gip sarebbero state in parte plagiate da lui. Milani avrebbe organizzato tutto, addentrandosi in meticolose ricerche on line del delitto perfetto, torture, veleni, commettendo molti errori al vaglio degli inquirenti. Interessato ai soldi e non alle ragazze, da 'regista', avrebbe continuato a dare suggerimenti alle sorelle su come comportarsi in pubblico per non destare sospetti.

Mirto Milani, fuga a Roncola prima dell'arresto

Diplomato al Conservatorio Verdi di Milano e laureato in Psicologia a Bergamo, prima di essere indagato ed arrestato Mirto Milani era conosciuto per esibirsi nelle chiese e nelle parrocchie delle valli lombarde, sia come soprano che come musicista.

La sua immagine era quella del ragazzo integerrimo, sempre con il rosario a portata di mano, "il più buono, mite e sensibile che ho conosciuto nella vita", a detta di un'amica che suonava con lui la chitarra a messa.

Lo scorso fine giugno con Silvia Zani, sua fidanzata ufficiale, e la sorella Paola con cui ha una relazione clandestina, viene iscritto nel registro degli indagati per l'omicidio della suocera.

Da quel momento, si rifugia a Roncola di San Bernardo, un paesino di montagna in provincia di Bergamo, non più di 800 abitanti, dove non prendono neanche i telefonini, ci sono le casa di vacanze dei milanesi, e in pochi lo conoscono. C'è anche la seconda casa della sua famiglia dove Mirto resta rifugiato fino al 24 settembre, giorno in cui viene arrestato.

Qui accadono fatti inconsueti: una settimana prima dell'arresto, Mirto chiama i carabinieri sostenendo di essere stato aggredito da sconosciuti. Non c'è traccia però di una presunta aggressione e la denuncia cade nel vuoto. Con il rosario appeso al collo e il suo libro delle preghiere, Mirto va anche dal parroco, don Andrea Pedretti, sembrerebbe per crearsi un alibi: sostiene di non aver nulla a che fare con l'omicidio di Laura Ziliani e lamenta di essere dipinto dai media come un mostro. "Sembrava fosse a terra", le parole del parroco.

Depistaggi e anomalie nei racconti dell'amica di Laura

Altre anomalie le ha riferite agli inquirenti Nicoletta Chirica, migliore amica di Laura Ziliani e vicina di casa di via Ballardini 11 a Temù, figura preziosa per lo sviluppo delle indagini.

La prima cosa che fa Mirto dopo la scomparsa della suocera, l'8 maggio, è aprire il frigo in casa delle ragazze per far vedere a Nicoletta la torta preparata dalle figlie per la festa della mamma, a dimostrazione dell'amore che sia loro che lui hanno per Laura Ziliani. Per gli inquirenti, lo fa affinché Nicoletta non abbia alcun sospetto. Ma a quel punto Laura Ziliani sarebbe già stata uccisa.

Altra stranezza riferita dalla stessa vicina, l'arrivo nella casa familiare quando Laura è appena scomparsa dei genitori di Mirto. Secondo la testimonianza di Nicoletta, si sarebbero proprio trasferiti a Temù, avrebbero dormito nella stanza di Laura, fatto continuamente pulizie, specie nel sottotetto dell'abitazione.

A questo comportamento anomalo, se ne sarebbe aggiunti altri: Mirto Milani avrebbe gestito il patrimonio di Laura dopo la sua scomparsa, sua madre avrebbe chiamato gli affittuari dell'ex vigilessa per riscuotere arretrati delle locazioni e avrebbe fermato gli ordini per l'acquisto di sei materassi.

Mirto Milani, per la sorella non indagata 'un coniglio'

Lucia, la figlia disabile di Laura Ziliani neanche sfiiorata dall'inchiesta, viveva con la mamma a Brescia. Del trio criminale dice: "Sto male perché l'hanno ammazzata loro e quel cretino di Mirto per i soldi. Non me l'aspettavo, pensavo fosse morta per cause naturali". Ha poi aggiunto: "Mia mamma non andava d'accordo con Mirto e mia nonna lo odiava".

Anche Lucia non stimava Mirto e lo chiamava 'il coniglio'.

"Io e la mamma vivevamo insieme ed eravamo praticamente inseparabili. Sono felice che li abbiano arrestati, non avranno mai il mio perdono", dice la ragazza. Suo padre è morto nel 2012. Ora che la mamma non c'è più e le due sorelle in carcere, Lucia è davvero sola.