L'efficacia dell'immunizzazione data dal vaccino anti-Covid 19 Pfizer calerebbe col decorrere del tempo dall'inoculazione. Questo è quanto riporta uno studio israeliano pubblicato dal British Medical Journal (BMJ), che evidenza la necessità della terza dose per i vaccinati con Pfizer. I risultati della ricerca dimostrano come il rischio di contagiarsi per i vaccinati aumenta tendenzialmente a partire dai 90 giorni di distanza dall'inoculazione della seconda dose.
Lo studio sull'efficacia di Pfizer a diversi mesi dalla seconda dose
Lo studio sul composto a Rna messaggero Pfizer-Biontech è condotto dall'istituto di ricerca Leumit Health Services ed è pubblicato dal British Medical Journal (Bmj). Segnala come necessaria la terza dose del vaccino per i vaccinati indistintamente dalla fascia d'età di appartenenza. Questo, perché il rischio del contagio aumenta a 90 giorni dall'inoculazione della seconda dose e cresce progressivamente col passare del tempo.
La ricerca su Pfizer giunge da Israele, uno dei primi Paesi nel mondo a ricorrere alla campagna vaccinale di massa e a fare ricorso alla terza dose a 5 mesi dalla precedente.
A partire dal 24 novembre, inoltre, il Paese ha messo in atto l’immunizzazione dei più piccoli, nella fascia d'età compresa tra i 5 e gli 11 anni.
I risultati della ricerca israeliana
I risultati del nuovo studio su Pfizer fanno riferimento al campione delle cartelle cliniche elettroniche di 83.057 adulti (di età media 44 anni, ndr). Soggetti che tra maggio e settembre 2021 si sono sottoposti a tampone molecolare almeno tre settimane dopo la seconda dose del composto e che non avevano riportato sintomi dell’infezione da Sars Cov 2.
Sulla base degli stessi emerge che 7.973 partecipanti (il 9,6% del campione oggetto dello studio) sono risultati positivi al tampone molecolare sul Coronavirus. Di quest'ultimi quasi tutti si sono rivelati affetti dalla variante Delta del patogeno.
L'incidenza di positività aumenta col passare del tempo. Si evidenzia che è pari a 1,3% tra 21 e 89 giorni dalla seconda dose, 2,4% tra i 90 e 119 giorni. E ancora, pari al 10,3% tra 150 e 179 giorni, infine 15,5% 180 giorni dopo l'ultima dose.
Sono stati esclusi dallo studio coloro i quali erano già risultati positivi al Covid-19 e/o che si erano sottoposti alla terza dose del vaccino oggetto dello studio, Pfizer. Lo studio israeliano giustifica la considerazione di una terza dose del composto Pfizer, a distanza ravvicinata dalla seconda inoculazione. In Italia, è prevista la terza dose del vaccino a distanza di almeno 5 mesi dalla seconda, per tutti i maggiorenni (over 18). Così come accade in Israele.