Tarquinia è sotto shock. La notizia della morte violenta di un suo figlio, il 51enne Dario Angeletti, biologo, professore associato di Ecologia presso l'ateneo della Tuscia, che sarebbe stato freddato con un colpo alla testa, ha sconvolto la comunità. Il docente era molto conosciuto nella città etrusca.

Perché mai qualcuno avrebbe voluto la sua morte, e perché di fatto ha ucciso "un grande professionista, un tipo buonissimo, l'ultima persona a cui potevi pensare che potesse accadere un fatto del genere", secondo le parole del sindaco, Alessandro Giulivi?

Domande che si pongono per primi i cittadini di Tarquinia, alle quali gli inquirenti stanno cercando di dare risposte. Il professore è stato trovato senza vita ieri, 7 dicembre.

Tarquinia, prima ricostruzione

Ad accorgersi che in un'auto ferma in un ampio parcheggio davanti alle Saline di Tarquinia c'era un uomo insanguinato, è stato nel primo pomeriggio di ieri un passante che ha chiamato i carabinieri. Giunti sul posto, i militari del Comando provinciale di Viterbo e della stazione di Tarquinia, hanno identificato l'uomo seduto al posto di guida, con cintura di sicurezza allacciata, con ferite alla testa compatibili con un colpo di arma da fuoco, nel professore Dario Angeletti.

Il biologo, sposato con una veterinaria e padre di due figli, spesso andava alla riserva faunistica dove c'è il laboratorio di ecologia e il centro ittiogenico sperimentale in cui conduceva studi sui sistemi biologici per conto dell'Università della Tuscia e del comune di Tarquinia. Segni di pneumatici, trovati sul luogo potrebbero appartenere all'auto del killer. Tutto farebbe pensare a un tentativo fallito di fuggire da un inseguimento, culminato in un brutale omicidio. Le indagini sono state subito avviate e vanno avanti nel più stretto riserbo: dalla mezzanotte di ieri sono stati interrogati familiari, amici e conoscenti e fatte perquisizioni. Sembrerebbe che durante le perquisizioni una persona si sarebbe sentita male, forse l'unica a essere sospettata.

Al vaglio degli inquirenti, coordinati dalla Procura di Civitavecchia, le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza presenti sul piazzale dell'omicidio. Durante l'ultimo sopralluogo effettuato stamattina, è stato rinvenuto anche un bossolo, ma l'arma da fuoco non è stata ancora trovata. Il magistrato che ha aperto un fascicolo per omicidio, ha disposto per domani l'esame autoptico.

Tarquinia, omicidio misterioso

Il professore Dario Angeletti conosceva il suo assassino? Tra le ipotesi, anche quella che Angeletti gli abbia dato appuntamento in quel luogo per motivi che al momento si ignorano. Non si esclude nulla: potrebbe anche essere accaduto che chi l'ha ucciso, una persona che forse conosceva bene, fosse in auto con lui.

Gli interrogativi sono tanti: come avrebbe fatto a scappare? Perché è stato ucciso? Chi poteva volere il suo male al punto da compiere quella che sembra essere stata un'esecuzione? In queste ore gli inquirenti stanno ricostruendo le ultime ore di vita di Angeletti.

I familiari, sgomenti, non si danno pace e non trovano spiegazioni. Elena Maria Angeletti, sorella maggiore del biologo, intervistata dal Tg3, ha detto che la famiglia ha pensato a tutto: a un balordo, a un ricatto, a un tentativo di rapina, a uno sbaglio di persona, a uno studente che abbia voluto vendicarsi. "Non sappiamo nulla", ha detto la sorella di Dario che non si spiega cosa possa essere accaduto. Le indagini si concentrano in ambito privato.

Il docente era persona specchiata e di ottima famiglia: non sembrerebbe esserci niente che potesse far pensare a una fine così cruenta. Il cerchio si starebbe stringendo su una persona e la svolta alle indagini sarebbe prossima.

Tarquinia, lutto cittadino

Oggi, 8 dicembre, la città di Tarquinia, come accade di solito ogni anno, non si è illuminata a festa. L'albero di Natale è rimasto spento e così le luminarie. "Non ci spieghiamo perché proprio a lui una cosa del genere, sembra un'esecuzione", ha detto il sindaco, Alessandro Giulivi. "Su tutto il territorio abbiamo molto telecamere, alcune hanno ripreso l'accaduto e spero siano d'aiuto. Non ce la siamo sentiti di accendere le luminarie per noi oggi è un giorno di lutto".

Angeletti era molto conosciuto a Tarquinia dove era nato e viveva, oltre che per la sua attività professionale, perché figlio di uno storico primario dell'ospedale locale. In un post su Facebook, il primo cittadino ha scritto che la città sta vivendo uno dei momenti più bui della sua storia. Giulivi si è unito al dolore dei familiari e delle persone a lui care. "In questo giorno di lutto e sgomento saranno sospese le celebrazioni dell’accensione delle luminarie, lasciando spazio alla preghiera e alla riflessione", ha concluso il sindaco.