L'inchiesta della procura di Milano, che ha portato a 19 arresti tra i capi ultras di Milan e Inter, ha rivelato possibili collegamenti tra il capo della Curva Sud del Milan, Luca Lucci, e gli ultras del Napoli, in particolare per la gestione dei biglietti delle partite di Champions League. Il leader del tifo milanista avrebbe infatti avuto contatti con uno dei maggiori esponenti della tifoseria partenopea, Gianluca De Marino, con Lucci che stando alle intercettazioni gli avrebbe procurato centinaia di biglietti per i quarti di finale di Champions League tra Milan e Napoli del 2023, destinati, "almeno in parte a membri di clan mafiosi napoletani".

La cosa emerge da un passaggio dell’ordinanza del gip di Milano Domenico Santoro che ha dato il là agli arresti. La stessa informativa riferisce che la società (il Milan) "non ha in alcun modo collaborato, a tal fine, con gli ultras".

L'incontro e le intercettazioni

Il giorno della partita tra Milan e Napoli, il 12 aprile 2023, i due protagonisti si incontrano davanti a un bar di Cologno Monzese, dove De Marino ringrazia Lucci per i biglietti forniti. Le intercettazioni mostrano uno spaccato sui legami tra il tifo organizzato e la criminalità organizzata. De Marino rivela che molti clan napoletani erano coinvolti nella richiesta di biglietti, un problema che, secondo lui, avrebbe potuto portare a conflitti interni tra le fazioni.

De Marino spiega: "Ci siamo ritrovati tutti i clan", al che Lucci risponde in maniera complice: "Sì, sì, sì". Il dialogo prosegue con De Marino che racconta della pressione ricevuta per fornire i biglietti, inclusi i messaggi dal carcere da parte di suo fratello, detenuto a Opera. "Tutti i clan di Napoli ci chiedevano biglietti, ma alla fine abbiamo deciso di limitarci", prosegue De Marino, evidenziando come la situazione rischiava di sfuggire di mano.

Il ruolo della società e le implicazioni, rischio amministrazione giudiziaria per Milan e Inter

Come già accennato, il Milan come club non ha avuto alcun ruolo o collaborazione con gli ultras, come riportato nell'ordinanza del giudice Santoro stando al quale dunque il club non avrebbe agevolato in alcun modo la distribuzione di biglietti ad esponenti legati alla criminalità.

Ma mentre l'indagine in sede penale prosegue e quella sportiva sta per nascere - il Procuratore Federale Giuseppe Chinè ha già richiesto gli atti alla Procura di Milano - si va profilando per le due società di Milano, almeno in teoria, la possibilità di finire in amministrazione giudiziaria, sempre che non riescano a dimostrare di non avere alcun legame che configuri forme di intimidazione o di assoggettamento nei confronti dei gruppi estremi del tifo organizzato. Ad ora, l'ipotesi di un' "amministrazione controllata" per i due club appare come la prospettiva più drastica dato che avendo ricevuto intimidazioni e pressioni ad oggi la posizione delle due società è quella di parte lesa.