Parlare di questo film è un po' come salire sulla cima dell'Everest e ammirare un'alba di una giornata di sole. Perchè dire che questo film sia bello è troppo poco e parlarne, in tutta la sua semplice complessità, è proprio come salire sulla cima dell'Everest e respirare un tocco di aria pulita. Innanzitutto consigliamo caldamente di leggere il romanzo 'Viaggio nel passato' di Stefan Zweig da cui il film è tratto, ma soprattutto raccomandiamo vivamente di vederlo, perchè oltre alla bellezza delle riprese il regista, Patrice Leconte, affronta un tema romantico e delicato, quanto l'amore, fatto di attrazione folle e di unione delle anime, possa resistere alle ingiurie del tempo. Lo scrittore rimane piuttosto scettico; il regista invece ci lascia, ma solo alla fine, un barlume di speranza.

La storia ha come protagonisti una giovane moglie di un industriale dell'acciaio, Charlotte ( Rebecca Hall), e un ingegnere rampante Friedrich ( Richard Madden) . Costui inizia a lavorare nella fonderia del grande industriale Alan Rickmann, ma a poco a poco conquista la simpatia della moglie e se ne innamora perdutamente. Tutto è ambientato nella Germania prima della grande guerra e tutto viene raccontato con una puntigliosità estrema. La bellezza di questo film sta soprattutto nella grande lezione di regia che ci offre il regista. In questo soffermarsi con la telecamera in particolari che sembrano insignificanti, ma che pure, come le briciole di pollicino, indicano il cammino dei sensi, il loro salire in un crescendo da filarmonica, sino alla loro esplosione finale.

Ama Leconte riprendere ad esempio più volte scene in cui i due innamorati, che ancora non si sono rivelati; salgono il sontuoso scalone della casa e lui che guarda il corpo di lei e il suo bacino che nella eleganza incede in questa ascesa. Si sofferma su particolari che lei confessa al suo innamorato prima ancora che l'amore si sia rivelato (ad esempio il quadro che lei predilige) e tutta l'incomparabile bellezza di questa pellicola sta nel raccontare il lento e inesorabile procedere di questa passione che alla fine non potrà rimanere nascosta.

C'è una scena che si colloca nella parte conclusiva che vale la pena di ricordare. E' il marito che parla e che dice, come potevo mettere in freno all'amore? Avrebbe, noi comuni mortali almeno siamo portati a pensare, prendere qualche provvedimento, ma lui, l'uomo proprietario di un impero, padrone di tante vite, con alle dipendenze una moltitudine di uomini, sa in cuor suo che per l'amore nessun freno è possibile.

E così, l'intreccio inesplicabile della trama, con una esemplare sceneggiatura, prosegue nel suo cammino sino alla scena finale. No, non anticipiamo nulla. Possiamo solo stupirci di fronte al cambiamento del paesaggio dopo il 1918, ma l'animo, forse quello, nei sentimenti più profondi, pur dietro apparenze traditrici, forse con cambia.

Ricordiamo che Patrice Leconte ha ricevuto nomination per gli Oscar per film come 'Il marito della parrucchiera', 'La bottega dei suicidi', 'La ragazza sul ponte' 'Ridicule' e che ora sta lavorando ad un film 'Un'ora di tranquillità' che uscirà per Natale.