Tre serate al Teatro Baretti, dal 16 al 18 marzo, per mago Alexander, personaggio televisivo, illusionista e unico italiano campione del mondo di manipolazione. La storia del piccolo teatro Baretti è cominciata quindici anni fa da una telefonata di don Pietro Gallo al regista Davide Livermore: "Ho appena fatto ristrutturare con i fondi della Compagnia di San Paolo il teatro parrocchiale: non vogliamo mica che rimanga una teatro da parrocchia?".
Così è nata una istituzione che vivacizza San Salvario, dai bambini agli adulti, dagli extracomunitari ai torinesi, e sono sorti anche molti ristorantini di qualità nei pressi dell'omonima via.
"Ci sono cose, nella fisica quantistica, che sembrano vera magia: sorprendenti, misteriose, apparentemente inesplicabili. Io cerco di illustrarne alcune", dice Alexander. E lo farà attraverso il mind control e le sinapsi da ripristinare in caso di Alzheimer, tecniche fino a un certo punto magiche, che Alexander ha incontrato studiando alla Facoltà di Medicina, in cui si è laureato. Giocando, quindi, sull'immaginazione degli spettatori, il mago rende ogni suo numero credibile, facendo sperimentare e toccare con mano sul palco le sue teorie.
Svela il nome del primo amore di una ragazza, legge sul palco intere pagine di libri chiusi, indovina il viaggio sognato dagli spettatori, costi compresi. Ma il vero protagonista dei suoi spettacoli è il cervello, la parte più preziosa del corpo umano, con le sue centinaia di miliardi di neuroni che si scambiano continuamente informazioni mediante le famose sinapsi che ne custodiscono il segreto, la memoria, l'intelletto, la mente, la ragione, le idee e, perché no, l'anima.
Alexander e la fisica quantistica
Mago, illusionista, amante della fisica e della scienza, Alexander è salito alla ribalta grazie a trasmissioni televisive quali "Domenica In" e "Zim Zum Zam". Ha lavorato al fianco di Raffaella Carrà, Sandra Mondaini, Tullio Solenghi, Paolo Bonolis, Heather Parisi e Carmen Russo, che la settimana scorsa ha presentato "Una ragazza per il cinema".
A teatro i suoi spettacoli sono sempre avvincenti, partecipati e applauditi: una ventina di numeri di magia bianca, rifacendosi alla tradizione ermetica di Pico della Mirandola e di Giordano Bruno con deviazioni taoistiche, fondendo i numeri con le suggestioni subliminali e il linguaggio del corpo, la programmazione neurolinguistica, la mnemotecnica e la quantistica.
Sempre convinto, forse fin troppo sicuro di sé, della bontà dei suoi esperimenti, Alexander spiega sempre che ha incontrato queste tecniche magiche, approfondendo la quantistica. Per secoli la filosofia si è chiesta da dove venissero tutte le funzioni che connotano la vita umana: Alexander di recente ha incontrato il premio Nobel William Campbell ai "GiovedìScienza" di Torino, e i due si sono soffermati a lungo proprio su questo tema.
Così l'illusionista spiega il suo lavoro: "Tutti i miei trucchi, tutte le mie tecniche, sono di tipo psicologico o mentale, piccoli prodigi ottenuti usando le parole, le proiezioni di immagini e filmati, la suggestione, la musica, le luci. Gli spettatori non troveranno il doppio fondo nella scatola". Oltre a queste caratteristiche che fanno di Alexander più uno scienziato che un mago, è da sottolineare l'estrema professionalità di questo frontman. Ricrea il mondo di "Alice nel paese delle meraviglie" in una realtà affascinante, dove gli orologi degli spettatori vengono manomessi, e la probabilità si rivela ignoranza come diceva il fisico e matematico Bertrand Russell. Alexander piega la scienza alla magia, disorientando lo spettatore più scettico, tanto che poi è difficile ricordare dove si è parcheggiata l'auto.