Abbiamo appena finito di parlare di fiori nell'arte e già si è verificato un altro evento "petaloso". La pittrice Domitilla Ragnoli ha infatti esposto un'accurata selezione delle proprie opere a Bassano Bresciano (BS), nella Sala Comunale.

Nei suoi dipinti, i fiori sono spesso protagonisti: rose d'ogni colore, calle e altri, più umili e graziosi. Ma non sono i soli ad animare la vena di un pennello tanto versatile nelle tecniche, quanto "all'antica" nei temi.

In questa occasione, il repertorio di Domitilla è stato visibile nei giorni 25-26 marzo 2016, in tempo per gli auguri di buona Pasqua

Giocare coi maestri

Fin dal primo sguardo, è evidente che Domitilla ama prendere spunto dai maestri del passato. Una delle tele che colpiscono immediatamente l'occhio, infatti, è una riproduzione della "Madonna della Seggiola" (1513-1514), di Raffaello Sanzio.

Un'altra dama (sempre olio su tela) mostra evidenti affinità con una "Testa femminile" di Leonardo da Vinci. Poi, scene bucoliche di paesaggi innevati, di nobildonne a caccia, di angioletti. Una figura è interpretabile come "Madonna del bosco" o "dell'usignolo": un'umanissima fanciulla seduta in mezzo alla natura, con un Bambinello e un San Giovannino tondi e rosei. 

Tutti i fiori possibili e immaginabili trionfavano, con un grappolo d'uva ai piedi del vaso, in una natura morta.

Reinterpretazione sì, ma copiatura no.

Domitilla dichiara di non essere capace di copiare pedissequamente da un modello geometrico o secondo istruzioni preconfezionate. A ben guardare, i suoi oli hanno qualcosa della pittura impressionista. E' il tratto a mano libera, derivato (di necessità) dalla consuetudine di dipingere su porcellana.

Ancor più di Leonardo e Raffaello, Domitilla ama Gustav Klimt: un maestro di leggerezza, decorativismo e colore.

Le porcellane

Domitilla ha dimestichezza con diversi materiali: l'olio su tela, il vetro e (come dicevamo) la porcellana, quella bianca di Limoges

Il primo piatto da lei decorato presentava rose e un reticolato d'oro. "Mi svegliavo di notte per ritoccare i petali..." ha ricordato la pittrice, rievocando quel primo sforzo di passione e meticolosità.

Un altro, che ha mostrato in fotografia, accompagnava le rose con una naturalistica ragnatela. Un vaso con rose bianche su fondo verde-nero scomparve, per un furto, quando Domitilla gestiva una propria botteguccia d'Arte a Desenzano.

Davvero pasquali le uova "modello Fabergé", ricche di dorature a pennino. Poi, acquesantierine da muro erano allietate da angioletti. Le rose si trovavano persino su una spatola per dolci. Delle scatoline (portagioie?), una era dipinta con effetti marmorizzati.

Sui piatti, oltre agli amatissimi fiori, c'erano anche ambiziose (e riuscite) scene mitologiche. Una "Venere al bagno" distendeva le perfette nudità, fra servizievoli Amorini. "Zeus ed Era" sedevano su un trono di nubi, insieme agli uccelli a loro sacri: l'aquila e il pavone.

In fotografia, Domitilla ha mostrato il ratto di Deianira (moglie di Eracle, più noto come Ercole) da parte del centauro Nesso. 

Piccoli, antichi segreti

Domitilla non è antiquata solo nei temi favoriti. Anche la sua perizia artigianale è d'altri tempi. Dipinge con pennino (abbiamo detto) e persino col pennello di vaio. Le tele sono trattate in modo da non deteriorarsi. "Dico solo che uso la colla di pesce" ha svelato sorridendo. "Ma il resto è un segreto".