Due consonanti accarezzate da tre vocali, fuse in una parola che è, essa stessa, essenza dell'animo e dell'agire umano. Un sentimento universale che sfugge alle briglie dello spazio e del tempo: l'Amore. Nel corso della storia, fiumi di inchiostro e oceani di parole, figlie di amanti, scrittori e poeti, hanno tentato di sviscerarne la sostanza, di esaltarne le infinite sfumature.

Spiritualità e passione, felicità e struggimento, quiete e tempesta, sorriso e lacrime, tenerezza ed eros, certezza e rischio...

Il linguaggio segreto e imperituro dell'amore seduce e conquista, scorre nelle vene e dirige ogni pulsione, diventa linfa e cerca luce: gli autori di sempre, plasmati dalle loro esperienze, hanno sfidato la fugacità del tempo consegnando alla storia pagine di straordinaria bellezza, rendendole immortali, facendone specchio per chi vi si affaccia, mare per chi vi si tuffa, vortice per chi vi si affida. 

Un universo fatto di carta, di parole e di emozioni che non lascia scampo: capita, allora, che anche uno scrittore come Luciano Armeli Iapichino, avvezzo a trattare temi scottanti, decida di immergersi nei microcosmi dell'Amore, catturandone perle da far volare sulle ali della musica, dentro cuori affini e verso un cielo trapunto di stelle.

Una location d'eccezione per celebrare l'Amore

E così, Galati Mamertino, delizioso angolo di una Sicilia che forse non ti aspetti, diventa il fulcro di un prezioso connubio artistico-culturale, ricco di momenti che, sfumando l'uno nell'altro, danno vita ad un crescendo di suggestioni e pathos. Un connubio in cui il raffinato genio di musicisti come Calogero Giallanza e Maria Grazia Caffarelli abbraccia la nobile arte della scrittura, egregiamente incarnata dal monologo di Luciano Armeli Iapichino e dalle prose d'amore inedite del "poeta assoluto" Nino Ferraù. Il tutto nel cuore di una scenografia onirica, creata da un'elegante scalinata e dalla sua secolare compagna di storia, la maestosa Chiesa intitolata a San Luca.

Ad esaltare ogni attimo, i dipinti fotografici, fortemente evocativi, di Charley Fazio. Un mix alchemico in cui l'Amore ha trovato casa in una sera di mezza estate.

Monologo d'Amore 

Il monologo di Luciano Armeli Iapichino"elegiaca preghiera di dovuto ringraziamento" all'Amore, prossimo alla pubblicazione, conduce lungo un itinerario intimo e, al contempo, culturale, capace di catturare istanti di quel "fluire inarrestabile nel tempo e nello spazio, forse eterno, che si celebra nel cuore degli esseri e non nella loro apparente, normale, distante quotidianità". L'autore percepisce fortemente il senso di una "dimensione intima, profonda, vitale che tutto muove nell'essere umano e che ha, di contro, un limite incorreggibile: l'invisibilità".

Ad ogni amore toccherà, poi, un suo destino: ma l'Amore, sia esso paradiso, lussuria, tormento, afflizione o tenebra, chiede di essere vissuto. Sempre. Plastica appare la visione del "dio del sentimento" come scarnificazione, tratteggiata con l'essenzialità di poche parole: "senza di te mi sento invisibile agli altri. Privo di parola e di carne".

L'Amore è anche letteratura, è mito. Nell'avvincente architettura del monologo, le grandi passioni del Novecento si ergono ad emblema di un sentimento che coinvolge, stravolge e capovolge: "la Terra va al posto del Sole; l'Acqua brucia il Fuoco; il Sole raffredda il cosmo e il Vento immobilizza tutto". Nell'immaginario dell'autore si stagliano vivide le figure di Goethe e Anna Amalia, Foscolo e Antonietta Fagnani Arese, Rivera e Frida Kahlo, Einstein e Mileva Maric, Boccioni e Vittoria Colonna, Camus e Maria Casares, Stravinsky e Coco Chanel, Togliatti e Nilde Iotti, Pavese e Bianca Garufi, Montale e Anna degli Uberti, D'Annunzio e Alessandra Carlotti di Garda.

E, ancora, Ferraù  e Maria Marchese Ragona. Esempi di passione magistralmente svelata al mondo, capaci di dilatare il tempo, di sublimare gli attimi. 

In tutto ciò, forse, solo una certezza: per scrivere d'Amore occorre scrivere con amore.