Aveva solo otto anni, il diritto di giocare e di imparare, di vivere la bellezza della sua età e di scoprire il mondo. E tutta una vita davanti a sé. Invece, Zohra non frequentava nessuna scuola, non giocava e non poteva permettersi di essere bambina: proveniva da una città del Punjab, in Pakistan, da una famiglia in condizioni di estrema povertà ed era costretta a lavorare presso una famiglia benestante di Rawalpindi. Zohra oggi è morta, dopo essere stata privata del suo diritto all'infanzia, dopo essere stata spogliata dei fondamentali diritti umani, dopo essere stata massacrata di botte.

Pestata per aver fatto scappare due pappagalli

La piccola era stata presa a lavorare dalla coppia per occuparsi del loro bambino di poco più di un anno, con la promessa che, in cambio, le avrebbero garantito un’istruzione.

Ma ciò a cui è andata incontro, in realtà, è stato ben altro: lavoro minorile e una fine così tragica da far venire i brividi. Una morte assurda e inconcepibile. Zohra avrebbe fatto scappare, accidentalmente o forse volontariamente, due pappagalli. Un gesto che ha scatenato l'ira funesta dei suoi "datori di lavoro": la piccola è stata picchiata selvaggiamente, torturata senza pietà e, forse, anche abusata. Le analisi per stabilirlo sono ancora in corso.

La morte in ospedale

Forse preoccupati per le conseguenze di quanto avevano fatto, i due hanno portato Zohra in ospedale.

I medici non hanno potuto salvare quella piccola e indifesa vita a causa delle numerose e gravi lesioni alle gambe, alla gabbia toracica, al viso e alle mani. La bambina è morta poco dopo il suo arrivo.

Il rapporto stilato dopo la morte ha confermato che il decesso è stato causato dalle ferite. Gli aguzzini sono stati arrestati.

La richiesta unanime di giustizia per Zohra

Quella di Zohra è una storia che non può non ferire e scuotere le coscienze. La notizia ha fatto il giro del mondo, suscitando orrore e profonda commozione: in tanti, anche sui social, hanno cominciato a chiedere a gran voce giustizia per quel piccolo angelo, per la sua infanzia negata, per la sua vita rubata.

Il Ministero pachistano per i Diritti Umani è stato costretto ad agire prontamente per far sì che i due assassini possano essere assicurati alla giustizia e, poiché in Pakistan il lavoro dei minori è considerato illegale nelle fabbriche ma non nel settore domestico e in quello della ristorazione, il ministro Shireen Mazari ha promesso che la legge verrà opportunamente modificata, al fine di poter classificare come “occupazione pericolosa” il lavoro domestico.

In Pakistan sono circa 12 milioni i bambini costretti a lavorare, spinti soprattutto da indigenza e povertà. Come ha sottolineato Rabiya Javeri Agha, segretaria federale presso il Ministero dei Diritti Umani, la costituzione non è chiara in merito alla definizione dei concetti di infanzia e di minore età e serve una legge che consideri reato penale la "crudeltà verso un bambino".

In tal senso, è palese anche la necessità di cambiare quelle consuetudini che sono figlie di una cultura della disciplina imposta attraverso le punizioni corporali e che, già in passato, hanno portato al verificarsi di storie come quella di Zohra.