È morto nelle scorse ore all' età di 87 anni Vincenzo Agostino, l'uomo che ha fatto della ricerca della verità sull'assassinio del figlio Antonino (detto Nino) e della nuora la battaglia della sua vita, trascorsa per quasi 35 anni tra procure e palazzi di giustizia, avvocati e giudici, ma anche manifestazioni e incontri con i giovani.
La morte di Nino e Ida
È il 5 agosto del 1989: a Villagrazia di Carini (Palermo) due killer a bordo di una motocicletta uccidono il giovane agente di polizia Nino Agostino e la moglie Ida Castelluccio, diciannovenne e in attesa di un bambino.
Poco prima di morire in prossimità dell’ingresso della casa dei genitori di Nino, la ragazza grida ai suoi assassini: "Io lo so chi siete".
Il padre dell'agente, Vincenzo Agostino, iniziò in quel momento la sua battaglia per la verità suggellata da una promessa: la promessa di non tagliare più barba e capelli fino alla cattura dei responsabili della morte del figlio.
La ricerca della verità per la morte del figlio
Inizialmente etichettato come un "omicidio passionale", la morte del giovane poliziotto e della moglie risultò poi intrecciata alle oscure vicende di Cosa Nostra. L'agente di polizia Nino Agostino, ufficialmente assegnato alle volanti, infatti collaborava con i servizi segreti per la cattura dei latitanti di mafia.
Seguono anni di depistaggi, di misteri e di silenzi: ma la lotta di Vincenzo Agostino e della moglie Augusta Schiera (morta nel febbraio del 2019) riesce a tenere i riflettori accesi sull'assassinio dei due , contribuendo a tracciare i contorni di una vicenda buia che passa dall'insabbiamento delle indagini condotte da Nino al fallito attentato dell’Addaura contro il giudice Falcone, dalla storia di “faccia di mostro” al boss Nino Madonia, dagli intrighi di mafia alle collusioni con esponenti delle istituzioni.
La lotta per la giustizia
Un primo riconoscimento della lotta di Agostino è giunto con la condanna di Nino Madonia: il 6 ottobre del 2023, infatti, la Corte d’Appello ha confermato l’ergastolo per il boss di Cosa Nostra, accusato di essere l'assassino della coppia. "Sono soddisfatto perché hanno condannato il macellaio di mio figlio e di mia nuora.
Soddisfatto anche per mia moglie, desideravo tanto che ci fosse anche lei accanto a me", disse Agostino quel giorno alla notizia della sentenza. L'uomo non è riuscito però a vedere l'epilogo giudiziario della vicenda, visto che sul caso si attende ancora la pronuncia della Corte d’Assise di Palermo.