Quarant'anni fa accadde un fatto terribile, una delle tante pagine vergognose della storia umana: questa volta è l'Argentina il teatro di una tragedia senza ritegno. Denominata "La Notte delle matite spezzate", l'avvenimento ha visto coinvolti studenti di un liceo vicino a Buenos Aires, colpevoli soltanto di aver espresso la propria opinione su una scelta del regime, che non ha perso tempo a far cadere su di loro la scure della repressione.
Oltre 200 studenti finiti ad aumentare il bilancio dei "Desaparecidos" del regime argentino, una piaga enorme che ancora oggi porta strascichi sociali pesanti. Importante è non lasciare che il tempo avvolga nell'oblio quanto l'uomo è stato capace di fare: i giovani di oggi devono sapere cosa hanno subito i loro coetanei nella storia, per non dimenticare e perché ciò non si ripeta mai più.
La protesta
I ragazzi del liceo erano tutti tra i 16 e i 18 anni e avevano protestato contro la decisione del regime di abolire il Boleto Escolar Secundario, una tessera che permetteva ai giovani di avere uno sconto sui trasporti e anche sui libri.
La reazione dello spietato regime di Jorge Videla non si è fatta attendere e la polizia argentina ha tratto in arresto 234 studenti, incarcerati con l'accusa di "attività atee e sovversive". Quello che subiranno i ragazzi all'interno del carcere in cui erano detenuti è indescrivibile, la testimonianza di Pablo Diaz, unico sopravvissuto al massacro, ha rivelato atrocità inaudite.
Torturati e seviziati per intere settimane
Pablo Diaz ha raccontato di quanto hanno subito all'interno del carcere, senza alcuna protezione dal freddo, senza cibo e acqua, tenuti costantemente al buio e sottoposti per settimane ad atroci torture e violenze. Lui fu l'unico sopravvissuto dei 234 ragazzi arrestati dal regime argentino, nuovi desaparecidos di un fenomeno che conterà oltre 30 mila "scomparse" ad opera del regime di Jorge Videla.
Una generazione intera completamente sventrata da un regime considerato tra i più spietati della storia umana. Pochi mesi fa si è chiusa l'indagine denominata "Operazione Condor", purtroppo troppo tardiva e che non fa davvero giustizia completa.