Catastrofista, a tratti apocalittica, ma la riflessione del 'Washington Post' che ipotizza addirittura lo scoppio di dieci possibili nuovi conflitti in Medio Oriente, dopo la sconfitta definitiva dell'Isis, poggia su basi fondate. Alcune di queste guerre ad onor del vero sono piuttosto improbabili, altre sono già in corso. L'elenco è stato ripreso da altri autorevoli organi di informazione.

Turchi e curdo-siriani stanno già combattendo

Con l'ingresso diretto delle proprie truppe e mezzi corazzati in territorio siriano, la Turchia di Erdogan èentrata ufficialmente nel conflitto siriano alla fine del mese scorso.

L'azione è ufficialmente diretta contro gli avamposti dello Stato Islamico ma il "sultano" di Ankara vuole scongiurare il pericolo di uno Stato indipendente curdo ai propri confini. L'esercito turco ha già attaccato più volte le milizie dell'Ypg, il Washington Post ipotizza addirittura il sostegno degli Stati Uniti ai curdo-siriani nella sua guerra numero uno. Si tratta, quest'ultima, di un'ipotesi fantascientifica se consideriamo che l'ultima cosa che la Casa Bianca vuole è perdere un prezioso alleato e partner NATO come la Turchia. Più probabile, perchè appunto già in atto, la guerra numero due tra turchi e curdo-siriani. Questi ultimi, se davvero persiste l'intenzione di costituire il Kurdistan siriano, potrebbero entrare in conflitto anche con il regime di Bashar al-Assad (guerra numero tre) e, tra l'altro, anche in questo casoci sono già stati scontri poi sedati dall'intervento diplomatico russo.

Guerre inverosimli

Per la guerra numero quattro siamo davvero dinanzi ad un copione cinematografico, quello che gli Stati Uniti decidano di attaccare direttamente la Siria di Assad. Damasco è politicamente legata a doppio filo con Russia ed Iran e, pertanto, sarebbe un'azione talmente sconsiderata da rientrare, per l'appunto, in uno di quei B-movie con tanta azione e poca trama.

La guerra numero cinque vede la Turchia di Erdogan contro la Siria di Assad, anche questa inverosimile alla luce del riallaccio dei rapporti diplomatici tra Ankara e Mosca e dalle recenti dichiarazioni della giunta di governo di Erdogan che riconosce la leadership di Assad almeno in questa fase di transizione.

Ipotetici scenari sul fronte iracheno

Per il sesto e settimo conflitto ci spostiamo in Iraq, dove i curdi-iracheni potrebbero voler seguire l'esempio di un eventuale Kurdistan siriano e dichiarare la propria indipendenza da Baghdad, incorrendo ovviamente nella reazione del governo. Nel caos generato dalla guerra all'Isis in territorio iracheno hanno avuto un ruolo importante anche i ribelli sciiti, supportati dall'Iran, che potrebbero arrivare allo scontro armato contro i Peshmerga curdi sostenuti dagli Stati Uniti. La guerra che il Washington Post pone all'ottavo posto nella lista viene definita dallo stesso "la più improbabile". Sarebbe un conflitto fratricida, una sorta di faida tra diverse fazioni curde: in realtà l'eterogeneità etnica dei curdi è forse stato il principale ostacolo a livello storico per la creazione di una vera nazione.

La guerre numero nove sarebbe invece una diretta conseguenza della disfatta totale dell'Isis, a seguito della quale molti villaggi sunniti verrebbero invasi dalle milizie sciite o curde. La guerra numero dieci, infine, è "la madre di tutte le guerre", quella intestina all'Islam. Se non si riesce a creare un fronte comune anti-Isis in Siria ed Iraq infatti, le sacche di resistenza potrebbero rafforzarsi e resistere ad oltranza. I combattimenti di siriani, iracheni, turchi, curdi e quant'altro contro il Daesh potrebbero pertanto perdurare a tempo indeterminato.