Si sarebbe fatto una grassa, sonora risata, una delle sue - insomma - Dario Fo, nel vedere assegnato a Bob dylan il premio Nobel per la letteratura.

Quello stesso premio che anche lui poteva "annoverare" tra i ricordi della vita, che lo aveva posto in luce agli occhi del mondo senza mai cambiarlo.

Chissà se avrebbe ripensato a come lui, Dario, aveva appreso del riconoscimento.

In macchina, con Ambra Angiolini, diretto non si sa dove per non si sa quale performance, ha ricevuto la notizia da un'altra vettura che li ha superati, e che aveva attaccato al finestrino laterale un laconico A4, con la scritta "Hai vinto il Nobel".

Il testimonial passa dal giullare al menestrello

Ed in effetti, sembra proprio uno strano scherzo del destino: un riconoscimento così ambito che passa dalle mani di un giullare a quelle di un menestrello. 

Un premio che riesce a cavalcare il mutare dei tempi, che si fa prossimo della società che si evolve e che cerca nuovi postulati di comunicazione, nuovi modi di fare poesia e prosa.

Le motivazioni per il premio al grande cantautore americano sono tanto esplicite quanto importanti: a Dylan, il riconoscimento di aver saputo creare nuove espressioni poetiche, dentro la cultura e la canzone firmate USA.

Uno strano modo, quello di Dylan, di raccontarsi e raccontare le idee nelle quali crede: ha giocato e gioca ancora con una immagine che lui stesso si diverte a dissacrare, con repentini mutamenti di indirizzi ma sempre con una grande ironia.

Ma come Dario Fo, anche Dylan è sempre rimasto, sostanzialmente, fedele a sè stesso: entrambi hanno speso la propria vita e la propria carriera artistica ribadendo a gran forza lo stesso messaggio, la stessa filosofia che pure all'arte li aveva ispirati e condotti.

Da Renzi a De Gregori, plauso per il poeta

Matteo Renzi, immerso - come afferma di essere - nei numeri e nelle quadrature di un bilancio che far quadrare è tutt'altro che facile, non esita a twittare, appresa la notizia del Nobel assegnato a Dylan: "la poesia vince sempre", ci fa sapere il premier.

Stesso avviso per Franceschini: anche lui con un tweet, ci tiene a farci sapere che ha vinto uno dei miti della sua generazione, portatore di altissimi valori umani e culturali.

Nella schiera dei felici e contenti, non poteva mancare Francesco De Gregori. Il nostro cantautore, lui si che davvero si è ispirato a Dylan, soprattutto nei pezzi della prima ora, e che - alla notizia - si sente a giusto titolo un po' parte in causa; finalmente, afferma Francesco, anche ad una canzone è riconosciuta la dignità di raccontare la storia dell'uomo.