Tomaso Montanari è uno storico dell'arte esaustivo: non solo i dipinti e gli artisti, la lettura iconografica e la suggestione delle immagini, ma la sapiente rievocazione del tempo e dei luoghi, condotta attraverso la lettura diretta delle fonti, unita alla riflessione critica e storiografica. Con l'uso di un linguaggio lineare, equilibrato eppure sentito, vissuto profondamente, a tratti appassionato.
E Caravaggio rinasce.
Alla ricerca del vero Caravaggio
Il titolo di questa produzione, "La vera natura di Caravaggio", divisa in 12 puntate, è di per sé la chiara indicazione di una rotta fin qui mai seguita. La ricerca si snoda su un percorso ricostruttivo, biografico e storico-artistico della figura e delle opere di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio. Molto è stato detto e scritto, specie dalla riscoperta e rilettura dell'artista lombardo proposta da Roberto Longhi nella seconda metà del '900. Eppure, ancora oggi risulta difficile inquadrare il Merisi che viene strattonato per indossare abiti che non furono mai i suoi, per imprimergli la veste di un visionario della contemporaneità, per attribuirgli sensibilità e idee suggerite da riflessi psichici attuali.
Di tutto questo, Montanari non tiene conto, accompagnando lo spettatore in un'avvincente ricostruzione dell'estetica di Caravaggio, restituendo l'artista al suo tempo e alla sua storia.
Caravaggio e il Seicento romano
Montanari sfronda il campo dal superfluo. Viaggia nei luoghi del fitto quindicennio caravaggesco. Segue il percorso delle sue opere tra Roma, Napoli, l'isola di Malta, e poi ancora New York, Vienna, Berlino, Parigi, San Pietroburgo, solo per citare le maggiori località. Cita le fonti del Seicento romano - Mancini, Baglione, Bellori - facendone un'analisi critica. Ricostruisce date ed eventi. Rilegge versi poetici e cronache giudiziarie. Attraverso Montanari il tempo diventa materia viva. La sua narrazione riesce a proiettare lo spettatore a cavallo tra la fine del '500 e la prima decade del '600, nella Roma crogiolo dei fermenti barocchi di Bernini e Borromini.
Una stagione della storia italiana ancora lontana dall'essere patrimonio di una conoscenza diffusa ed approfondita: permangono luoghi comuni, semplificazioni e banalità. Anche di queste, Montanari, fa pulizia attraverso il racconto delle vicende di Caravaggio, il senso rivoluzionario dei suoi dipinti, ma anche il loro netto ancoraggio ad un mutamento della relazione tra l'immagine pittorica e la sensibilità dei committenti, la visione del trascendente e la ricerca del vero, la libera interpretazione dell'artista e le esigenze di rappresentazione del sacro.
L'arte e la storia come modello d'intrattenimento
Montanari è come un cospicuo manuale di storia dell'arte. Ma non è mai pesante o pedante.
Anzi, è un raro esempio di felice connubio tra leggerezza e rigore metodologico. Ogni puntata della serie Tv è come la tappa di una fiction accuratissima nella quale di Caravaggio si apprende ogni aspetto della biografia e dell'evoluzione artistica. Nulla è trascurato. I dubbi interpretativi dipanati con razionale disamina. Lo spettatore viene preso per mano e condotto attraverso l'indagine, come accade in una ricerca investigativa appassionante. E' un modello di racconto nuovo dell'arte, diverso: come un puzzle che si allarga, includendo spazi inaspettati e figurazioni impreviste. Ma nel quale, alla fine, ogni cosa prende il posto che gli appartiene. E Caravaggio varca trionfante la soglia del XXI secolo. Ma, grazie a Montanari, con il suo vero volto.