Trascorsi solo pochi giorni dall'apertura della mostra personale di Davide Balula alla galleria Gagosian di Roma si è accesa una fervida discussione intorno alle tematiche prese in esame dal non ancora quarantenne artista francese di origini portoghesi. Infatti in una sorta di percorso esperienziale le opere vengono poste non solo alla visione dello spettatore, ma anche al suo tatto e alla sua totale percezione.
Esperienze dirette delle quali l'artista sembra volersi servire per insinuare che gli stessi oggetti che usiamo abitualmente e che portiamo con noi ogni giorno, come se fossero un prolungamento del nostro corpo, si siano ormai trasformati in materiale sospetto di cui abbiamo perso coscienza e controllo.
Il percorso inizia attraversando un metal detector
Non a caso, entrando nella galleria, i visitatori passano attraverso un metal detector che rivelando gli oggetti metallici li trasforma in inquietanti strumenti sospetti e minacciosi o, quanto meno, ricorda alle persone di essere costantemente portatori di materiali completamente estranei al proprio corpo ma che oramai ne costituiscono parte integrante.
Un richiamo ai valori anatomici della tradizione scultore italiana
Subito dopo l'accesso alla galleria attraverso il metal detector al visitatore viene messa in mano una sfera d'acciaio la quale rivela immediatamente al tatto la perfezione e l'eleganza della forma. In particolare il suo contenitore, appositamente scolpito in pietra calcarea da artigiani locali, sembra voler evocare quella morbidezza della pelle, quella sinuosità delle curve del corpo e quella sensuale perfezione anatomica così mirabilmente rese nelle opere dei formidabili Maestri scultori italiani.
In un video i rapporti tra elementi corporei ed interiorità
Il percorso della mostra prosegue con il video Air Between Fingers realizzato da Balula nel 2014 utilizzando semplicemente un iphone.
Le immagini mostrano il pollice ed il medio della mano dell'artista che si sfiorano delicatamente senza toccarsi, ma che solo in qualche breve istante, casualmente, si toccano appena, sfuggendo al controllo dell'artista stesso. Questi fugaci ed involontari contatti testimoniano l'incapacità dell'uomo di controllare totalmente, con la propria mente e la propria volontà, l'attrazione ed il magnetismo attraverso cui ignote ed affascinanti forze esterne agiscono sul corpo e sull'animo umano.
Il legno bruciato ed i residui di carbone
Una nuova serie dei famosi Burnt Paintings, appositamente realizzati per l'occasione dall'artista, sono esposti nella sala ovale caratterizzata dalla curvatura della parete principale.
Le opere consistono in veri e propri quadri-contenitori composti da questi due elementi primari: il carbone che si ricava dalla legna bruciata e le impronte che questo lascia sulla tela. Ogni opera è dunque formata da più elementi che rappresentano, in un costante rapporto di positivo-negativo, il fenomeno della combustione non come distruttivo ma, al contrario, come rigenerativo. Infatti la combustione stessa viene controllata affinché la legna non venga bruciata totalmente così da ricavarne il carbone, ovvero altra materia. E' questo il principio ispiratore dell'intera produzione artistica di Balula: la trasformazione costante dell'energia in natura.
Davide Balula - Iron Levels - Galleria Gagosian Roma - fino al 18 novembre 2017