Sono molti i beni culturali italiani che meritano di essere recuperati e aperti al pubblico. Edifici e luoghi simbolo per i territori in cui sono immersi, spesso non visitabili perché lasciati all'abbandono o perché non esistono progetti culturali validi per la loro rinascita. Non è il caso del Castello di Proh, fortezza medievale immersa nella "terra degli aironi" ai piedi delle colline novaresi che ha trovato un nuovo futuro.
L'edificio, di particolare eleganza architettonica, già meta di migliaia di turisti che non perdono l'occasione per soffermarsi ad ammirarlo dall'esterno e a scattare una foto, ora potrà rivivere ed essere aperto al pubblico.
Il progetto di recupero del Castello di Proh
Grazie a un accordo tra la proprietà privata, la famiglia Marelli di Milano, e un ente culturale, la Fondazione UniversiCà che già ha fatto nascere e gestisce il polo museale di Druogno e il Museo Meina sul Lago Maggiore, il Castello di Proh con le strutture adiacenti diventerà il cultural park delle Colline Novaresi.
Dopo i restauri, all'interno della grande area, di circa 20 mila metri quadrati, si svilupperanno un museo multimediale, una vetrina per i prodotti e le eccellenze eno-gastronomiche del territorio e spazi per eventi, corsi e iniziative culturali.
Una rinascita che darà lavoro ai giovani
Il recupero della fortezza darà lavoro non solo alle maestranze che si occuperanno del restauro conservativo vero e proprio, ma anche a diversi giovani.
La fondazione UniversiCà, che lo ha ricevuto in comodato, impiega infatti nelle sue attività un gruppo di giovani - la maggior parte dei quali under 35 (e con figli) - che si occupano di allestire e gestire i luoghi culturali recuperati.
Lo scopo dell'ente - si legge sul sito ufficiale - è quello di recuperare storia, tradizioni del patrimonio culturale e trasmetterlo alle nuove generazioni con linguaggi innovativi utilizzando le tecniche multimediali. Il claim della fondazione recita infatti: "Con lo sguardo al futuro imparando dalla tradizione".
Un ricco passato: da luogo di svago a cascina
Il Castello di Proh fu costruito da Francesco Sforza nel XV secolo quale luogo di svago, così considerato per il suo aspetto bucolico e "civettuolo".
Successivamente passò alla famiglia Tornielli, signori di Briona e già proprietari della rocca presente a due km in linea d'aria dal sito. Nel 1495 fu occupato dalle contingenze di Ludovico il Moro, che ampliò la roggia passante a occidente del castello di Proh, ribattezzata "Mora" in suo onore. Nel 1597 passò alla famiglia Caccia, di cui si ricordano in particolare Ferrante e Gian Battista; nel 1672 subentrarono nella proprietà i Cattaneo di Novara. I proprietari ottocenteschi furono la famiglia Fantoni e i conti Arese Lucini, che costruirono il compendio di cascine agricole alle spalle del castello. Dal 1917 è di proprietà della famiglia Marelli di Milano che nel 1960 fecero alcuni lavori di sistemazione per tutelarlo e che nel 2020 lo hanno concesso in gestione alla Fondazione UniversiCà.
Nella terra del riso e del vino
Il Castello di Proh si trova ai piedi delle Colline Novaresi nella frazione di Proh del Comune di Briona. La posizione del monumento, circondato da grandi prati e risaie ai piedi di una collinetta boscosa e anche la sua struttura slanciata lo rendono oggetto di particolare interesse in armonia con il paesaggio. Nei dintorni passa un itinerario turistico tra il Sesia e i vigneti e presto, grazie a un progetto dell'Azienda turistica locale di Novara, una ciclovia.
La terra degli aironi è nota anche per le cantine nelle quali è possibile degustare il Nebbiolo, il Bonarda o l'Erbaluce; gustare risotti come la paniscia (tipico risotto con verdure e salumi); degustare salumi come il salam d'la duja (insaccato di maiale sotto grasso) o la fidighin (salame di mortadella di fegato) e formaggi, uno su tutti il gorgonzola. Con la nascita di questo polo culturale sarà possibile attrarre anche Viaggi organizzati di comitive e scuole.