Ideatore del piccolo mondo antico italiano, all'età di 60 anni Giovannino Guareschi ha trattenuto i suoi lettori con ben 346 racconti, scritti su varie riviste. Da questi racconti sono nati i 6 film di Peppone e Don Camillo che hanno raccontato il dopoguerra italiano. Il famoso giornalista toscano Indro Montanelli scriveva che - non si può capire l'Italia del dopoguerra senza leggere i suoi libri- in cui va di scena la tensione culturale e di costume che circonda il Paese.

Tutto ruota attorno a Brescello, piccolo paese sulle rive del Nord,teatro emiliano nel 1948 di dure battaglie e delitti perpetrati negli anni del dopoguerra. E' un continuo braccio di ferro tra rivoluzione del popolo e salvezza del popolo. Nel 1968 l'Italia è percorsa da un cambio radicale, e quelle immagini di lotta ed avventura per il bene della gente mette in scena una commedia umana dai tratti universali.

La vita sociale dell'Italia nel dopoguerra

Guareschi lascia intendere i mondi diametralmente opposti della rivoluzione e dei reazionari, la periferia umana che circonda le città con la sua fame di avventura e cambiamento.

Le tensioni politiche per la stesura della Costituzione, il volto umano dei contadini che cercavano un'identità dopo la guerra, alimentavano le due posizioni opposte, i margini delle battaglie si stringevano e allargavano man mano che la posizione libertina o paesana prendesse il sopravvento. Ma la caratura dei personaggi mostrava al pubblico l'enorme bontà del popolo italiano. Abituato alle ingerenze della politica e sopraffatto dalla fame, ma che costruiva il suo futuro con dignità aprendosi a quelli che successivamente si trasformeranno negli anni della contestazione europea.

Di parroci, fattori, agrari e trattori

Guareschi fu anche un bravo vignettista e le sue storie prima di scriverle, amava disegnarle.

Le sue opere sono state tradotte in Francia, Germania e Corea del Sud. Irriverente e libero, i suoi personaggi potevano mostrare la realtà senza filtri, dato che si trattava tutto di roba vera- come dicono i suoi figli Alberto e Carlotta. Ed osservando i tratti di Peppone non può non colpire la somiglianza con lo stesso autore - indurito da una spruzzatina di Stalin- il sindaco che sogna di fare della sua terra il paradiso dei proletari. L'Italia vista così ha il sapore della narrazione più poetica - con le sue strade lunghe e dritte, le sue case piccole pitturate di rosso, di giallo e blu oltremare, sperdute in mezzo a filari di viti.