Questo fine settimana, Obama e gli altri leader del gruppo dei 20 (G20) si riuniscono a Brisbane, in Australia, per il consono vertice annuale. Per ristabilire la credibilità del vertice stesso, il Presidente americano e le controparti dovranno dimostrare di saper prendere forti decisioni per ripristinare la crescita economica globale. Nato dalla ceneri della crisi finanziaria del 2008, scopo del G20 è proprio quello di allontanare i rischi di una nuova recessione globale.

I fallimenti del passato pongono dubbi reali sulle capacità stesse del vertice di proporre un reale cambiamento.

Certamente il gruppo dei 20, meno esclusivo rispetto al G7, rimane un enorme passo avanti nella ricerca di un coordinamento economico globale credibile. Le decisiono prese infatti acquistano maggior peso, flessibilità e credibilità. Il G20 di Brisbane sarà un tavolo di prova importante per giustificare la rilevanza del vertice stesso. L'agenda preparata dal governo australiano, a cui spetta la presidenza del G20, sarà focalizzata sulle condizioni necessarie a ristabilire le condizioni per una crescita economica globale.

L'obiettivo comune, stabilito dai Ministri delle Finanze del vertice all'inizio di quest'anno, sarà quello di fissare i parametri per un piano quinquennale di crescita del PIL al di sopra del 2%. Proprio a Brisbane verranno presentate le strategie nazionali per il raggiungimento di tale obiettivo. La strategia sembra chiara e pone le fondamenta su tre pilastri principali: lotta all'evasione fiscale, una maggiore regolamentazione finanziaria e la riforma della governance nelle istituzioni finanziarie internazionali.

Aumentare gli investimenti nelle infrastrutture: l'iniziativa Global Infrastructure (GII), con la creazione di una piattaforma di scambio delle conoscenze, cercherà di fa convergere ed abbinare potenziali investitori in determinati progetti.

La piattaforma andrà ad integrare il Fondo Global Infrastructure, fondato ad ottobre dal Gruppo della Banca Mondiale per facilitare il matching tra pubblico e privato e finanziare lo sviluppo delle infrastrutture. Limitare l'evasione fiscale: sviluppare sistemi che garantiscano una maggiore efficacia, trasparenza ed equità, quale volano per una crescita economica inclusiva. Percorso iniziato lo scorso anno a San Pietroburgo in Russia, dove i leader del vertice G20 hanno approvato un piano d'azione dell'OCSE sulla BEPS, per la creazione di un insieme di norme internazionali in materia di evasione fiscale entro il 2015. Obama cercherà di sollecitare una rapida adozione del piano OCSE.

Chiudere l'era del "too big to fail": Questa settimana, il Financial Stability Board (FSB) ha pubblicato le nuove regole per porre fine al salvataggio delle banche considerate "troppo grandi per fallire" da parte dei contribuenti.

Regole che saranno presentate a Brisbane. Più difficile per il Presidente Obama sarà proporre la piena attuazione di un piano di riforme della Governance del Fondo Monetario Internazionale (FMI). Nel 2010 gli Stati Uniti hanno presentato un piano raddoppiare la quota del FMI, e uno spostamento del peso di voto e rappresentanza, a danno soprattutto dell'Europa, verso le economie emergenti, scrive il Council on Foreign Relations. Sopratutto ora, con la vittoria dei Repubblicani nelle elezioni di medio termine, sarà veramente impossibile convincere il Senato ad aumentare gli impegni finanziari.

Grande assente dal tavolo delle trattative sarà invece il tema del cambiamento climatico, su cui premevano USA e Europa, inserito invece come mero punto di discussione.