La CTP (Commissione Tributaria Provinciale) di Campobasso, in questi giorni, ha accolto un ricorso contro una cartella esattoriale di Equitalia riferita ad un tributo non pagato da un cittadino e firmato da uno dei 787 dirigenti fatti decadere dal ruolo dalla Corte Costituzionale. La sentenza del CTP probabilmente ha fatto, come si dice, giurisprudenza, ha creato il precedente su cui molti altri ricorsi possono basarsi.

In pratica questa Corte è la prima in Italia a bocciare non solo l'accertamento fatto ed ordinato da uno dei dirigenti decaduti lo scorso marzo, ma di fatto ha annullato anche l'atto di riscossione di Equitalia che rappresenta una vera e propria rivoluzione. Le casse dell'erario, il fisco italiano ed i conti pubblici stanno già iniziando a tremare. Nei giorni scorsi, l'Agenzia delle Entrate faceva muro sulla vicenda pubblicando sul suo sito diverse note dove spiegava che, nonostante a firma di dirigenti dichiarati illegittimi perché promossi ed assunti senza regolare concorso, gli atti di accertamento erano comunque legittimi.

In buona sostanza c'è la possibilità di fare ricorso sia per chi ha ricevuto un accertamento fiscale che per chi ha ricevuto già una cartella Equitalia. Le cartelle e gli accertamenti dovrebbero essere tutti nulli, anche quelli per cui si è fatto già qualche ricorso, oppure quelli per i quali il contribuente non ha mai fatto azioni, ma ha fatto solo passare i sessanta giorni senza pagare. Usando termini cari al diritto, se un atto è nullo può essere impugnato in qualsiasi momento ed in qualsiasi sede.

Il caso di Campobasso

Nel caso di Campobasso, i giudici hanno annullato la cartella riferita a mancati pagamenti dell'Iva di un cittadino che aveva presentato ricorso già precedentemente e che ha solo ampliato la sua memoria difensiva con la presunta incostituzionalità degli atti firmati da funzionari illegittimi.

L'Agenzia delle Entrate si è difesa sostenendo che la sentenza della Corte Costituzionale non poteva annullare atti che avevano già finito il loro percorso. In pratica le Entrate dicevano che era l'accertamento del funzionario che doveva essere annullato, ma essendo l'accertamento già alla fase finale, cioè essendo arrivata già ad Equitalia, la cartella non poteva essere annullata. Il giudice nella sentenza ha però sancito che l'accertamento fiscale fondato su norme incostituzionali è nullo dalla radice e tale nullità va allargata anche ai suoi frutti, cioè alla successiva cartella di Equitalia. In rete si trovano gli elenchi di tutti i funzionari decaduti.