Le parole del ministro interno greco, Yanis Varoufakis, sull'impossibilità da parte della Grecia di pagare i suoi debiti al fondo monetario internazionale ( FMI), hanno scatenato accesi dibattiti e, adesso, il mondo si pone due interrogativi. Essi sono la conseguenza della possibilità che il paese possa uscire dall'Euro. E quindi ci si chiede: che cosa succede alla Grecia se esce dall'Euro? E ancora, nel caso si verificasse tale situazione, cosa succederebbe all'Europa? Una prima risposta può essere data dai trattati sui quali si fonda l'Unione Europea.

Essi, infatti, non prevedono la possibilità di uscire dall'Euro-zona, neanche la ipotizzano, mentre l'articolo 50 del Trattato di Lisbona prevede l'uscita concordata dall'Unione europea. In buona sostanza se si abbandona l'eurozona si abbandona anche l'intera Unione. Gli analisti hanno stimato che resuscitare la vecchia moneta, ovvero la Dracma, si tradurrebbe in una svalutazione tra il 40% e il 50% solo nel primo anno, con un andamento destinato a peggiorare. Inoltre, Atene, rischierebbe seriamente di restare isolata, in quanto costretta a ricostruire nuove relazioni commerciali con il resto del mondo. Un contraccolpo eccessivo già per molte economie di vari paesi, ancora di più per quella greca, che non possiede materie prime.

Verrebbe smaterializzato il potere d'acquisto dei cittadini con un'inflazione che toccherebbe quote altissime. Il timore per gli altri paesi dell'Eurozona, è rappresentato dal cosiddetto effetto domino; anche se non parliamo di un perno centrale del mercato europeo, il pil greco rappresenta il 3% in UE, il rischio di un contagio sarebbe inevitabile.

Sempre Yanis Varoufakis, ha definito "catastrofica" l'eventualità di una Grexit, considerandola l'inizio della fine dell'euro.

In Italia, il ministro Paodan, ha espresso lo stesso pensiero ed ha aggiunto che lo shock sarebbe un problema grave per l'economia italiana. Il vero problema è nel medio periodo: cambierebbero i prezzi laddove ci sono tensioni, il sistema a quel punto non sarebbe più in grado di gestire gli shock.

Tutto questo rappresenterebbe un forte incentivo sulla speculazione a scommettere sul fatto che l'euro non è un vero progetto politico ma solo un'unione di cambi fissi tra i Paesi membri. Sarebbe poi frenata la ripresa economica che in questo ultimo periodo pare si stia faticosamente raggiungendo, almeno per quanto riguarda il nostro paese. Inevitabile sarebbe anche una coda negativa in borsa, dove soprattutto i titoli bancari subirebbero riflessi negativi. Clamorosamente controcorrente, però, va il premio nobel per l'economia Paul Krugman. Le sue dichiarazioni sono da segnalare in quanto, sulla possibilità di una Grexit, rappresentano un pensiero totalmente opposto. Egli sostiene infatti che la paura dell'establishment europeo è che la Grecia, uscendo dall'Euro, riesca a far ripartire la sua economia, rappresentando così un esempio per tutti gli altri.

Per corroborare ulteriormente la sua tesi, agli afferma: Immaginate che una nuova dracma fortemente svalutata porti frotte di turisti britannici, gran bevitori di birra, sulle coste dello Ionio, e che la Grecia cominci a riprendersi. Questo darebbe grande incoraggiamento a tutti quelli che, in ogni paese, si oppongono all'austerità e alla svalutazione interna. Tutto questo oltre che affascinante, sembra incredibile. Non è facile stabilire se quanto affermato dal premio Nobel sia reale, o meno. Di sicuro, accende un ulteriore dibattito. Il caso è molto complicato e rischia di essere di fondamentale importanza per la sopravvivenza dell'Unione Europea: le decisioni di queste settimane, probabilmente, ne segneranno il futuro.