Una notizia sconvolgente scuote l'Europa, che, se confermata, potrebbe portare al risarcimento per miliardi di euro ed un tracollo del sistema finanziario. L'Euribor, il tasso di riferimento per determinare gli interessi da pagare per chi ha contratto un mutuo a indici variabili, sarebbe stato manipolato dalle banche a proprio vantaggio. In poche parole queste avrebbero fatto pagare più del dovuto i propri clienti, truffandoli. L'Ue tace e cerca di proteggere gli Istituti, temporeggiando per trovare una soluzione.
Non poteva certo immaginare che, quando istituì nel 2013 una commissione d'indagine presieduta da Joaquin Almunia sarebbe nato uno scandalo di tali proporzioni.
Le origini dello scandalo
Almunia scoprì nel 2013 che 4 grandi Istituti finanziari, Barclays, Deutsche Bank, Royal Bank of Scotland e Societé Générale, avevano modificato l'Euribor a loro favore a scapito dei propri clienti. Il tutto era stato chiuso con una sanzione pecunaria ai loro danni e la documentazione segretata per impedire eventuali ricorsi da parte dei truffati. Ora, però,si dice che ciò potrebbe riguardare l'intero sistema creditizio europeo, comprendendo anche quelle italiane, per cui si parla di risarcimenti intorno ai 16 miliardi di euro.
La truffa dei mutui ai tassi variabili e non solo. L'UE fa ostruzionismo
L'imbroglio dei tassi di interesse riguarderebbe milioni di famiglie che hanno contratto i mutui a indici variabili e derivati dal 2005 al 2008. Secondo il Sole24Ore, si parla di 400 mila miliardi di euro, una cifra difficile solo a pronunciare. Se si potesse fare ricorso, avendo la documentazione dalla Commissione Europea, le banche dovrebbero affrontare risarcimenti miliardari ed addirittura secondo un avvocato dell'Adusbef, Antonio Tanza, si potrebbero annullare i contratti stipulati e chiedere la restituzione totale di quanto pagato ingiustamente. Tutti questi possibili scenari, però, potrebbero rimanere solo teoria, se l'Ue non pubblicherà la sentenza della condanna del 2013 riguardanti le 4 banche coinvolte nella truffa Euribor. Senza di questo non si potrà dare il via ad alcun ricorso e, dopo più di due anni, non sembra che ci sia alcuno spiraglio.