Consolidare il dialogo tra le culture, combattere il terrorismo, rafforzare la cooperazione economica e commerciale. Con questa agenda è arrivato a Roma lo Sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, Principe della Corona degli Emirati Arabi Uniti, che per due giorni ha fatto visita – con una delegazione autorevolissima – a Palazzo Chigi e a San Pietro.
Lo sceicco emiratino ha incontrato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e quindi, in Visita di Stato presso il Vaticano, Papa Francesco con il quale si è intrattenuto per quasi un’ora.
Gli Emirati Arabi Uniti sono un treno lanciato in una corsa senza pari nel quadrante arabo: con un Pil che cresce del 3% all’anno, gli emiratini fanno fronte alla stagnazione del prezzo del greggio con una politica industriale di diversificazione che interessa da vicino l’Italia. Non a caso Emirates – che oggi possiede Alitalia – viene vista dagli osservatori come il primo pilastro di un ponte stabile tra i due Paesi.
In questo ambito va inquadrato anche il “Dubai Industrial Strategy Plan” lanciato a giugno scorso, che realizzerà 75 iniziative volte a generare ricavi per 40 milioni di euro entro il 2030 allo scopo di migliorare la competitività del settore industriale con investimenti in aree prioritarie di intervento nei settori aerospaziale, nautico, alluminio e manifattura metalli, prodotti farmaceutici e apparecchiature mediche, food/beverage e macchinari ed attrezzature.
Tutti settori in cui la cooperazione strategica con il nostro Paese può rivelarsi un volano importante. Quello del turismo potrebbe poi essere un ulteriore asse su cui Italia ed Emirati intendono sviluppare una sinergia duratura: non a caso si stanno scaldando i motori, dopo ExpoMilano, per l’Expo 2020 di Dubai. E non a caso a guidare l'Associazione Italo-Emiratina c'è un politico del calibro di Francesco Rutelli, che sui temi della Cultura e del Turismo gode di autorevolezza internazionale.
Il Principe Mohamed bin Zayed Al Nahyan era accompagnato da una delegazione di una decina di persone tra i quali il ministro degli Esteri e della Cooperazione degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Abdullah bin Zayed, il ministro di Stato per la cooperazione internazionale, Reem Al Hashemi, e Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Alitalia, compagnia di bandiera italiana ormai in joint venture con la compagnia aerea emiratina Etihad Airways.“Questo incontro è importante ed ho aiutato ad organizzarlo”, ha dichiarato Montezemolo ai giornalisti che hanno assistito ai momenti pubblici dell’incontro.
Il Papa ha avuto un colloquio privato con Bin Zayed Al Nahyan, alla presenza del solo interprete, di quasi un’ora.
A conclusione dell’udienza, il Principe emiratino ha donato al Papa un tappeto realizzato dalle donne di un’associazione caritatevole guidata dalla figlia del Principe stesso, mentre Papa Bergoglio lo ha omaggiato con il volume di una sua Enciclica tradotta in lingua araba e l’ormai consueto medaglione nel quale, ha spiegato, sono raffigurati “due rami che si avvicinano sempre di più”, perché “la pace é la nostra vocazione”.
Sul piatto, insieme ad un duraturo impegno per dare stabilità alla regione, una considerazione particolare per il contrasto al terrorismo di matrice fondamentalista, cui gli Emirati guardano come al peggior nemico. Gli Emirati, nelle parole del Principe Mohamed bin Zayed Al Nahyan, sono una best practice perché legano la prosperità alla convivenza tra le culture e stanno varando una legislazione tra le più avanzate del mondo arabo: “Negli Emirati tutti i lavoratori stranieri vivono in armonia nonostante le differenze di cultura, razza e religione.
Una legge contro la discriminazione e il razzismo promulgata l’anno scorso dal presidente Khalifa, ha rafforzato la coesione tra tutti coloro che vengono a vivere negli Emirati per concorrere alla pace e alla prosperità”.