Sono l'ingegnere nucleare di 45 anni, Giulio Occhionero, e la sorella Francesca Maria, 49 anni, le due persone finite in carcere per una presunta attivita' di cyberspionaggio. In base a quanto emerge dall'ordinanza di custodia, emessa dal gip Maria Paola Tomaselli, i due sono accusati di aver spiato anche il sito dell'ex premier Matteo Renzi, Fabrizio Saccomanni, Piero Fassino, Ignazio La Russa, Mario Canzio, Saverio Capolupo. L'indagine è coordinata dal pm Eugenio Albamonte della Procura di Roma. Tra i portali oggetto dell'attivita' dei due anche quello della Banca d'Italia, della Camera e del SenatoLa Polizia ha individuato una centrale di cyberspionaggio ai danni di istituzioni e pubbliche amministrazioni, studi professionali, personaggi politici ed imprenditori di rilievo nazionale.

Contestati i reati di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico aggravato ed intercettazione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche. I due arresti sono stati eseguiti nell'ambito di una complessa attività di indagine condotta dal Cnaipic (Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e coordinata dalla Procura di Roma. Grazie ad una estesa rete di computer preliminarmente infettati tramite la diffusione di un malware denominato Eyepyramid (dal quale prende anche il nome l'operazione), i due hanno per anni acquisito da numerosissime vittime prescelte notizie riservate, dati sensibili, informazioni, gelosamente custodite su impianti informatici statunitensi, ora sequestrati dagli operatori della Polizia Postale, grazie al prezioso ausilio dei colleghi della Cyber Division della Fbi statunitense e che consentiranno di accertare quali e quanti dati siano stati illecitamente sottratti.

L'indagine ha preso le sue mosse dalla segnalazione al Cnaipic dell'invio di una mail, indirizzata ad un amministratore di rilievo di un'infrastruttura critica nazionale, contenente il malware Eyepyramid. Le complesse indagini, protrattesi per diversi mesi, hanno così consentito di individuare una rete botnet molto ben strutturata.

Tra gli osservati dall'"Occhio della Piramide" gli appartenenti ad una loggia massonica, archiviati sotto la sigla "Bros" (fratelli) in una cartella piazzata in una delle numerose drop zone all'estero. Con la sigla "Pobu" (Politicians Business), invece, venivano catalogati gli esponenti politici target del sodalizio criminale.

L'indagine ha anche permesso di ricostruire un complesso scenario fatto di società a "scatole cinesi" nazionali e straniere, usate come paravento per l'acquisizione, in via anonima, di servizi informatici all'estero. L'analisi dell'enorme mole di materiale sequestrato oltre oceano, inoltre, permetterà di ricostruire l'intero giro di interessi sedente dietro tale imponente esfiltrazione di dati dai sistemi informatici delle vittime, attraverso un attacco informatico del tipo APT che non ha precedenti in Italia e consentirà l'approfondimento dei rapporti intrattenuti dagli arrestati con soggetti coinvolti in vicende giudiziarie di notevole rilievo.