Secondo Moody's, una delle principali agenzie di rating statunitensi, una vittoria del no al #referendum costituzionale potrebbe avere contraccolpi sul nostro sistema bancario e in particolare mettere in discussione il piano di rilancio di #montepaschi.
In sostanza, gli investitori istituzionali leggerebbero questo risultato come un segnale negativo sulla possibilità del #governo #renzi di portare avanti le riforme istituzionali di cui il paese ha bisogno e di conseguenza potrebbero decidere di alleggerire le posizioni sulle banche italiane e disertarne gli aumenti di capitale.
Quattro gli istituti più a rischio: #Montepaschi, Carige e le 2 venete
Le banche maggiormente a rischio sarebbero quelle maggiormente gravate da crediti problematici: #Montepaschi, Carige, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. La dismissione dei Non Performing Loans (agevolata da un mercato in fermento) comporterà la necessità di ricorrere al mercato e questo potrebbe essere più difficile in un momento di particolare sfiducia sulle prospettive del paese.
Minori le conseguenze su altri istituti che versano in condizioni migliori quali UBI, che potrebbe richiedere un aumento per acquisire tre delle good banks, Unicredit, che oltre alla riduzione delle partecipazioni in Pekao e Fineco ha in cantiere una cessione di sofferenze oltre a Banco Popolare e Banca Popolare di Milano a un passo dalla fusione.
Cosa lega il #referendum alle banche
In sostanza il sistema bancario italiano si trova in un momento di particolare fragilità e si appresta ad affrontare radicali mutamenti. #Montepaschi con il suo ambizioso piano di rilancio è sicuramente l'anello più debole (e a complicare le cose le recenti controversie sull' AD Morelli), ma è solo il caso più eclatante di un quadro nel quale anche gli istituti più grandi, come Unicredit, attraversano un processo di ristrutturazione e consolidamento.
Vista dall'esterno, nella logica degli investitori istituzionali che allocano i loro investimenti oltre che in base alle prospettive delle singole aziende, anche in base al quadro istituzionale dei paesi in cui operano, col #referendum è in gioco la scelta tra il cammino di riforme portate avanti dal #governo #renzi e dall'altro lato un'inversione di tendenza e un contesto di elevata instabilità politica e istituzionale.
In quest'ottica una vittoria del no potrebbe causare non pochi problemi ai nostri istituti di credito nel momento in cui sono più vulnerabili.