Il tasso di povertà in Italia continua a crescere e da tempo ormai ha raggiunto ormai dei livelli allarmanti. Stando agli ultimi studi Istat: 4 milioni e 598 mila individui vivono al di sotto della soglia di indigenza, con un vertiginoso aumento nelle fasce di età più giovani. Ad oggi l'Italia, tuttavia, non ha ancora varato nessuna misura previdenziale volta a far fronte a questa emergenza.

Gli aiuti statali sono spesso inadeguati o indirizzati a determinate categorie e, nell'ampio raggio, non riescono a raggiungere completamente tutta la fascia di popolazione fortemente a rischio povertà.

Proprio per rimediare a questa mancanza, è stato pensato il Rei (Reddito di inclusione attiva), una misura di contrasto alla povertà rivolta alle famiglie che si trovano sotto la soglia di indigenza. Il sussidio è stato inserito ufficialmente all'interno del Def, il documento di programmazione economica approvato martedì 11 aprile dal Consiglio dei Ministri. Un'altra novità di cui si è parlato (anch'essa inserita all'interno del Def) è stata il Bes, una sigla che sta ad indicare il Benessere equo e sostenibile, il nuovo misuratore del livello di progresso della società che, insieme al Reddito di inclusione, avrà come obiettivo quello di affrontare concretamente il problema della povertà e della distribuzione della ricchezza nel nostro Paese.

Il tutto si inserirà in un ampio programma all'interno della programmazione dei conti pubblici che mira al miglioramento economico e ambientale delle famiglie a rischio di esclusione sociale. Il Rei, infatti, non può essere considerato solo no strumento di sostegno al reddito poichè esso, oltre a garantire un aiuto in termini economici, punta anche al reinserimento dei soggetti coinvolti. Questi ultimi, infatti, per godere di questo beneficio, dovranno rispettare un preciso impegno, ovvero: formarsi e impegnarsi nella ricerca attiva di un nuovo lavoro.

Il piano dovrebbe essere attivo entro maggio, ma nulla è ancora sicuro. Il Parlamento, infatti, ad oggi ha approvato solo una delega e spetterà al governo mettere in pratica i principi e le misure in essa contenute.

In concreto bisognerà garantire fondi e strumenti necessari all'attuazione della riforma. E' stato fatto notare difatti che i due miliardi stanziati per finanziare il Reddito di inclusione (che sarà uguale a 480 euro al mese) riusciranno a coprire assegni solo per 400 mila nuclei familiari, lasciando esclusi ben 2/3 delle famiglie italiane a rischio.