Le regole per diventare docente di ruolo sono cambiate e, di fatto, hanno rimescolato le carte in tavola, aprendo la strada anche a coloro che, durante la loro carriera universitaria e professionale, hanno seguito un percorso formativo diverso da quello tradizionalmente chiesto in passato per l'insegnamento. Come in molti già sanno infatti, oggi le cose sono ben diverse e, per diventare docenti di scuola secondaria, è necessario il superamento di un concorso, bandito con cadenza biennale e aperto a tutti i laureati (che abbiano superato determinati esami) in possesso di 24 crediti formati (CFU) nelle materie di pedagogia e didattica.

Questo riassetto del sistema di reclutamento ha però anche alimentato il proliferarsi di corsi e programmi volti all'acquisizione di questi stessi crediti, offerti da Enti ed Istituti non sempre affidabili. Sul problema in questione hanno così deciso di intervenire unitariamente i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Snal che, sui nuovi percorsi formativi, le modalità di espletamento e l'attendibilità degli stessi hanno chiesto l'intervento diretto dell'Amministrazione, chiamata in causa con l'intento di far chiarezza.

Le richieste avanzate

Le proposte fatte dai sindacati all'Amministrazione statale possono essere riassunte nei seguenti punti cardine:

  • specificare i percorsi già attivi sul territorio e (dopo aver indagato sulla loro attendibilità) predisporre un elenco aggiornato delle Università erogatrici;
  • dare indicazioni precisi, chiare ed omogenee sull'applicazione del Decreto Ministeriale 616/2017 che disciplina l'acquisizione dei crediti e la loro frazionabilità;
  • risolvere il problema dei laureati vecchio ordinamento per quanto riguarda l'individuazione degli esami sostenuti e della corrispondenza degli stessi con le attività formative riguardanti i quattro ambiti disciplinari previsti dagli Allegati A e B del Decreto sopra citato;
  • effettuare un controllo su tutto territorio dei corsi offerti dalle Università che prevedono costi complessivi superiori ai 500 euro.

La posizione dell'Amministrazione statale sugli Istituti ammessi all'erogazione dei 24 cfu intanto rimane chiara: i soggetti legittimati rimangono infatti e Università Statali o private e le Accademie.

La stessa inoltre è già intervenuta diffidando tutti quegli "Enti" promotori di programmi e percorsi non autorizzati che, pertanto, rimangono non validi per l'acquisizione dei crediti formativi richiesti per accedere al concorso.