Da anni i contribuenti italiani (liberi professionisti e non solo) continuano a denunciare un sistema fiscale sempre più insostenibile. Le Tasse continuano ad essere troppe e eppure le cose, nonostante tutto, non sembrano destinare a cambiare. La casse dello Stato italiano sono a corto di fondi, il debito pubblico continua a crescere e le risorse per far fronte a questa situazione sono sempre di meno. L’unica strada percorribile, dunque, sembra essere quella dell’aumento della pressione fiscale. Tra le uscite che andranno a prosciugare pesantemente i conti dello Stato Italiano, per esempio, non può non essere menzionata la Manovra correttiva presentata dall’Unione Europea.
Nello specifico, attraverso questa manovra, quelo che L’Europa chiede all’Italia oggi sono ben 3,4 miliardi di euro, una cifra importante considerando la situazione di crisi economica in cui riserva il Paese in questo momento. Le strade principali che i nostri rappresentanti in Parlamento sembrano voler percorrere sono ormai sul tavolo delle trattazioni da settimane, e le soluzioni scelte per far fronte a questa necessità sembrano essere due:
- un’estensione del versamento dell'Iva dovuta dai fornitori da parte della Pubblica Amministrazione;
- l'aumento dell'Iva e delle accise sui tabacchi.
Nel primo caso si riuscirebbe a reperire una cifra pari a un miliardo di euro (a fronte però di 13 miliardi di liquidità in meno per le imprese), nel secondo caso, invece, si riuscirebbe a reperire almeno due miliardi di euro.
Per l’ex Premier Renzi sarebbe necessario rimandare la decisione al 30 aprile ed evitare di inserire tutto all’interno del Def, mentre intanto, la Cgia di Mestre ha reso nota la sua contrarietà. Secondo l’associazione, infatti, le accise andrebbero ad incidere pure sulla base imponibile, tassando così due volte il malcapitato contribuente.
Su come e quando intervenire per far fronte alle richieste avanzate da Bruxelles si continua dunque a discutere, ma comunque, una volta arrivati ad una decisione, le difficoltà economiche e finanziarie non sembrano destinate a finire. Secondo il Comitato economico e finanziario UE, infatti, la stessa manovra da 3,4 miliardi ridurrà “solo marginalmente” il buco rispetto a quanto sarebbe necessario per rispettare la regola del debito.