E’ partita, alle ore 12:00 del 4 dicembre 2017, la corsa agli sportelli per le richieste dei contributi previsti dal nuovo strumento per l’internazionalizzazione delle imprese italiane, denominato appunto “voucher internazionalizzazione”, approntato dal MISE (Ministero dello Sviluppo Economico). Sono previste varie tipologie di contributi, anche a fondo perduto, inoltre per le regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia interverranno stanziamenti dai fondi della Comunità Europea.
I contributi erogati, a seconda delle esigenze dei beneficiari, sono destinati a sostenere le PMI nelle loro strategie di accesso ai mercati esteri.
I termini e le modalità per presentare la domanda sono sul sito dello stesso Ministero dello Sviluppo Economico, alla scheda: “Voucher per l’Internazionalizzazione”.
Gli obiettivi da raggiungere
il provvedimento del MISE intende spingere le imprese italiane ad allargarsi all'estero, in quanto il nostro indice di internazionalizzazione è ancora molto debole, infatti se prendiamo come riferimento, e come obiettivo da eguagliare, il rapporto export/Pil della Germania, che è pari al 50% siamo ancora molto lontani: sono ancora troppo poche le imprese italiane che esportano.
Tale situazione rappresenta un paradosso, visto l’apprezzamento che i nostri prodotti, alimentari e non, riscuotono all'estero, tanto che essi sono copiati, contraffatti e venduti, ingannevolmente, come prodotti italiani. Ma quali sono i prodotti inseriti nella “top ten” del Made in Italy più esportati all'estero? Al primo posto non possiamo che trovare la pasta che, ovviamente, è il prodotto che più ci rappresenta all'estero, potremmo dire il nostro simbolo, le Regioni che più esportano pasta sono nell'ordine: Campania, Emilia Romagna, Veneto; poi ci sono i Vini, dove addirittura abbiamo scalzato dal 1° posto la Francia, Patria dello Champagne; seguono i formaggi con il Parmigiano Reggiano in primis, poi Grana Padano, Pecorino, Gorgonzola, ma una nota di rilievo va alla Mozzarella di Bufala Campana, che quest’anno ha battuto ogni record ed è super esportata in tutto il Mondo, fino al Giappone, con punte massime in Francia dove non si riesce a tenere testa alla domanda.
L’accuratezza della lavorazione, unite alla bontà del risultato raggiunto, pongono in questa speciale classifica, gli insaccati italiani come prodotto di eccellenza, con in testa il principe dei salumi italiani: il Prosciutto di Parma.
Lasciando poi l’agro-alimentare, che annovera comunque una miriade di altri prodotti altrettanto meritevoli di una maggiore attenzione, promozione e quindi esportazione, nella “top ten dei prodotti Made in Italy, entrando in un altro settore dove siamo particolarmente apprezzati, quello della moda, troviamo gli occhiali, la cui produzione è comprata per l’80% dal resto d’Europa e dalle Americhe; sempre nel lusso esportiamo gli orologi italiani, con un fatturato di oltre 140 milioni di euro l’anno; esportiamo poi scarpe, borse e pelletteria complice l’arte, la maestria, il buon gusto dei nostri produttori, unita alla qualità delle pelli utilizzate.
Come poi non citare l’abbigliamento dove le nostre firme di punta, vestono i grandi personaggi del Mondo? C’ è poi l’arredamento e le grandi marche dell’industria automobilistica e motociclistica italiana: pensiamo a Ferrari, Lamborghini, Ducati, Fiat, Alfa Romeo (che quest’anno si appresta al grande ritorno in F1, la vetrina automobilistica per eccellenza). Chiudiamo questa speciale classifica con le piastrelle e le ceramiche apprezzate per la loro qualità, bellezza ed estetica. Molti altri prodotti avrebbero diritto di entrare in questa classifica e proprio in questa ottica si rivolgono i provvedimenti legislativi che incentivano i nostri produttori ad internazionalizzarsi ed esportare sempre in misura maggiore