Sono in tanti a temere i fatidici controlli fiscali. Tuttavia sono necessari per controllare eventuali evasori fiscali che tentano di fare i furbi a scapito degli altri. Non solo, ma le verifiche preventive sono vietate per legge e quest'ultima prevede anche dei limiti, oltre la quale l'Agenzia delle Entrate non si può andare a controllare. La regola da seguire per stare tranquilli è semplice: bisogna assolutamente evitare operazioni la cui regolarità non può essere documentata né immediatamente, né dopo un certo numero di anni.

Allora, quali sono i limiti di controllo delle autorità? Cosa vanno a controllare? Andiamo a vedere nel dettaglio ciò che può accadere.

Controlli conto corrente dei lavoratori dipendenti o disoccupati

Per quanto riguarda i normali contribuenti, che includono dipendenti statali e disoccupati, ciò che può essere controllato sul conto corrente riguarda solo i versamenti contanti e i bonifici bancari. Dunque, non potranno controllare i prelievi fatti allo sportello o al Bancomat o il perché ha trasferito una parte dei soldi, ad esempio, sul conto della moglie. Tuttavia nel caso di bonifici bancari, c'è da considerare che se vengono fatti tra familiari, il controllo è pressoché inutile, anzi non devono essere giustificati poiché rientra nelle libertà tra parenti.

Quindi, se il bonifico arriva da un estraneo o anche da un parente lontano deve essere documentabile la ragione e la fonte del pagamento.

Controlli ai professionisti

Ora ci addentriamo in un mondo un po' più complesso e articolato. In un primo orientamento, non sarebbero controllabili prelievi e versamenti, tuttavia in un secondo orientamento, si mette a pari livello il professionista con il dipendente. Quest'ultimo orientamento è passato nel 2017 dalla Cassazione e afferma che il professionista deve essere pronto ad esibire la documentazione necessaria che permette di dimostrare la fonte dei soldi qualora ci fosse un controllo fiscale. Inoltre, insieme al controllo, parte in automatico anche l'accertamento fiscale che consente al fisco di controllare se ci sono dei guadagni non dichiarati.

Per i prelievi, i professionisti sono praticamente liberi da ogni vincolo. Quindi nessuno può controllare quanti soldi preleva e il motivo. Questo principio è stato confermato alla Corte Costituzionale che ha dichiarato l'anticostituzionalità la norma che consente il controllo ai prelievi.

Conti correnti degli imprenditori

Per gli imprenditori ci sono diversi tipi di controllo e il discorso è molto più ampio e particolare. Come anche per le due categorie analizzate prima, anche per gli imprenditori vale il controllo su versamenti contanti e bonifici ricevuti. Per quanto riguarda i prelievi, invece, si deve trovare sempre una conferma di tipo analitica.

Dunque la differenza con i due casi precedenti, è che per gli imprenditori sono possibili i controlli sui prelievi e se non sono dimostrabili sono perseguibili per evasione.

Tuttavia, c'è un range minimo di tolleranza: non scatta la denuncia per evasione se i soldi prelevati sono inferiori ai 1000 euro al giorno e 5000 al mese.

L'Agenzia delle Entrate spia Facebook

La novità, che arriva nel mese di Dicembre è che l'Agenzia delle Entrate può effettuare controlli tramite Facebook, Instagram o conversazioni derivanti dalle chat di Whatsapp e Messenger. Questa scelta dipende dal fatto che su Facebook sono sempre più le persone che pubblicano le foto dei propri averi, dunque è facile risalire a eventuali guadagni non dichiarati.

Infatti sui social è sempre più frequente vedere persone che fanno vacanze in posti esotici in alberghi ultralussuosi che magari guadagnano non più di diecimila euro annui o addirittura dichiarano reddito zero.