L'apertura dei mercati ha sancito, questa mattina, una certa fiducia nell'accordo Sky-Mediaset, con il titolo dell'azienda italiana balzato a +7%. Le potenzialità dell'accordo prefigurano ricavi aggiuntivi fino a 400 mln nell'arco dei prossimi 4-5 anni, cui vanno aggiunti circa ulteriori 200 mln di Ebitda (utili prima degli interessi delle imposte, del deprezzamento e degli ammortamenti), rispetto alle previsioni del piano pluriennale "Mediaset 2020".
Il contenuto dell'accordo
In sintesi, l'intesa prevede un ampliamento dell'offerta televisiva dell'una e dell'altra emittente alle rispettive piattaforme, tramite uno scambio di canali realizzato prima di tutto lanciando i canali di Sky sulle frequenze di Ei Towers, società del Gruppo Mediaset. Inoltre è previsto un ulteriore diritto di opzione da parte di Mediaset di vendere il proprio ramo "Operation pay" a Sky, ed il conseguente obbligo di acquisto da parte di quest'ultima. In questo momento, per il mercato di riferimento è di particolare interesse l'eventuale inclusione di alcuni eventi sportivi nel pacchetto pay-tv della società di Murdoch.
Perché il mercato premia l'intesa Sky-Mediaset
La validità degli accordi presi fra Mediaset e Sky è piuttosto chiara, e si basa su reciproci scambi: al miglioramento dell'offerta televisiva sottende una maggiore competitività non solo sul mercato italiano, ma anche europeo. L'intesa punta ad integrare di circa 14.000 titoli di film l'offerta di Sky, ad ampliare il bacino d'utenza raggiunto da Mediaset (che finalmente, grazie alla presenza sul satellite, vedrà le proprie reti Italia 1, Rete 4 e Canale 5 in posizione nuovamente privilegiata sul telecomando), e la Borsa ha premiato quest'unione, prospettando nuovi scenari di concorrenza, in particolare per quanto riguarda i diritti sul calcio.
La prospettiva della nascita di una nuova ed unica emittente televisiva, risultante dal matrimonio non solo commerciale fra le due aziende, ha la potenzialità di muovere concorrenza anche verso Vivendi che avrebbe, per contro, un certo interesse nel creare un gruppo media che unisca Italia, Francia e Spagna.
Mediaset, sotto questo aspetto, rappresenterebbe una scelta strategica, perché presente laddove manca l'azienda francese. Se fra novembre e dicembre 2018 la società del "Biscione" dovesse decidere di non esercitare il proprio diritto d'opzione nei confronti di Sky e se, al contempo, Vivendi risultasse per allora meno vincolata a Telecom, Vincent Bolloré potrebbe cercare nuovi accordi con la società italiana.
Ora toccherà al garante Antitrust e Agcom valutare la correttezza degli accordi raggiunti in un regime che è a tutela della concorrenza.