Ormai ci siamo, perché con l’arrivo di dicembre i lavoratori italiani riceveranno quella che una volta si chiamava gratifica natalizia. Con il normale stipendio di dicembre a questi lavoratori toccherà una mensilità aggiuntiva, la cosiddetta tredicesima. Nata nel 1937, solo per i lavoratori del settore industria, nel 1960 la tredicesima fu allargata a tutti gli altri lavoratori, sia quelli del settore privato che quelli del pubblico impiego.

La tredicesima è prevista per tutti i lavoratori con contratto di lavoro subordinato, anche con contratto a chiamata. Nessuna mensilità aggiuntiva è spettante per i Co.Co.Co, i lavoratori con contratti di collaborazione. Vediamo come funziona questo strumento, come si calcola la tredicesima e quando viene erogata, dal momento che tutti questi aspetti sono differenti a seconda del CCNL di riferimento.

Quanto spetta di tredicesima

In linea generale la tredicesima rientra tra le cosiddette retribuzioni differite, perché si tratta di somme accantonate mese per mese ed erogate solo in un determinato momento dell’anno.

Infatti la tredicesima si accumula per ogni mese di lavoro svolto nello stesso anno solare di erogazione. Ogni mese il lavoratore matura 1/12 del suo stipendio fisso, cioè quello continuativo, senza tener conto di eventuali somme provenienti da lavoro straordinario o da premi di produttività. Per il 2018 e quindi per la tredicesima in pagamento a breve, per coloro che non hanno l’anno pieno di assunzione, la tredicesima è erogata in quota, cioè per ogni mese effettivo di lavoro. Per esempio, un lavoratore assunto da una ditta solo a settembre del 2018, maturerà solo 4 mesi di tredicesima, cioè il dodicesimo di stipendio accantonato, andrà moltiplicato per 4, che sono i mesi di effettivo lavoro svolto.

Al riguardo va sottolineato come per mese intero in funzione della tredicesima, si calcola anche quello in cui si è lavorato solo 15 giorni.

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La mensilità aggiuntiva per un soggetto che ha lavorato in continuità e con la stessa ditta da gennaio a dicembre è pari ad uno stipendio in più. A dire il vero però, la tredicesima non sarà uguale allo stipendio erogato a dicembre, perché la sua tassazione è maggiore rispetto al salario ordinario. Questione di detrazioni, sia quelle da lavoro dipendente che quello per eventuali familiari a carico. Detrazioni che la normativa italiana prevede sulla base di 365 giorni di lavoro, cioè su 12 mesi. In pratica essendo la tredicesima mensilità una erogazione extra rispetto ai 12 mesi, non è possibile sfruttare le detrazioni e quindi come mensilità aggiuntiva si andrà a percepire una cifra tra l’80 ed il 90% dello stipendio.

La mensilità in più matura, oltre che durante i periodi di normale attività lavorativa, anche durante il periodo di prova, durante le assenze per malattia, infortuni sul lavoro, ferie e maternità obbligatoria. Ok anche ai permessi per allattamento dei figli, donazioni di sangue e congedi matrimoniali. La data di erogazione della tredicesima non è fissata per legge, ma delegata ai vari CCNL di settore. In linea generale però, la tredicesima in quanto gratifica natalizia viene pagata prima del 25 dicembre. La legge comunque permette a datori di lavoro e dipendenti di concordare modalità temporali di pagamento differenti, tra le quali anche il pagamento mese per mese di questa mensilità aggiuntiva.

Nel pubblico impiego invece, le date sono fissate da molti anni, con gli insegnanti degli asili e delle scuole primarie che la ricevono il 14 dicembre e con tutti gli altri lavoratori statali che la percepiscono il 16 dicembre. Per quanto concerne il caso di un datore di lavoro che non eroga la mensilità aggiuntiva, il periodo massimo concesso per richiederla al datore di lavoro è di 3 anni, che poi è il termine di prescrizione imposto alla mensilità extra.