Il neo-ministro dell’Economia Daniele Franco sta affrontando in questi giorni temi molto caldi: in primis quello dei ristori ad autonomi e professionisti e poi la proroga della sospensione delle notifiche fiscali. L'invio delle cartelle esattoriali è stato infatti sospeso prima fino al 31 gennaio e poi, con un secondo provvedimento, fino al 28 febbraio. Adesso l’esecutivo Draghi sembra si stia preparando ad azionare il terzo stop.

Si parla infatti di un corposo intervento per i 50 milioni di atti, fra cartelle e avvisi fiscali.

Cartelle esattoriali, in arrivo una nuova sospensione fino a fine aprile

Da una parte si sta infatti pensando far ripartire più lentamente la macchina del fisco, per concedere più tempo a chi ha pendenze e debiti con l’Agenzia delle Entrate/Equitalia Riscossione, anche alla luce anche della grave crisi economica che sta affiggendo l'Italia. Proprio in questa direzione andrebbe l'ipotesi di prorogare fino al 30 aprile la sospensione delle notifiche delle cartelle, nonostante le forti pressioni per la concessione della pace fiscale.

Dunque la riscossione dei tributi già iscritti a ruolo dovrà ancora aspettare altri due mesi. Il congelamento non sarà generalizzato. Infatti dovrebbe riguardare sia i pignoramenti sui conti correnti, sia le cinque rate delle rottamazioni e le due del saldo e stralcio. Si tratta di 950 milioni di euro che dovrebbero essere pagati in una soluzione unica dagli 1,2 milioni di contribuenti interessati.

Dall'altra parte, però si sta pensando anche di allungare in due anni i tempi delle notifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione e quindi anche i termini di prescrizione delle pretese erariali. Dovrebbe introdursi una nuova rottamazione per agevolare lo smaltimento di crediti che, vista la persistente crisi in atto, sarà difficile recuperare.

Per le cartelle di importo fino a 1.000 euro, ormai non riscosse, infatti potrebbe optarsi per la cancellazione.

Ristori e pace fiscale: le ipotesi sul campo

Per quando riguarda il tema dei ristori, nel governo starebbe prevalendo l'idea di adottare il modello francese per il turismo basato su aiuti parametrati ai costi fissi sostenuti dalle imprese. Nello specifico il calcolo sui costi andrebbe ripulito delle voci già coperte con altri aiuti, dalla Cig Covid al bonus affitti.

La seconda mossa del governo riguarda la riforma fiscale dal 1° gennaio 2022. Per farla il governo ha dovrebbe mettere sul piatto 8 miliardi, oltre ad altre risorse.

I due cardini su cui dovrebbe basarsi sono: il taglio del cuneo fiscale, di fatto un intervento sull’Irpef, e la partenza dell’assegno unico per i figli, che assorbirà le detrazioni fiscali e gli assegni familiari Inps. Il reddito di riferimento non sarà quello Irpef, ma l’Isee.