Più tasse per gli investimenti e le rendite finanziarie in quanto l'aliquota passa dal 20% al 26% per molte tipologie di prodotti. Questo quanto deciso dal governo Renzi nel CdM del 13 marzo per trovare le coperture al taglio dell'Irap, imposta che grava sulle imprese e che verrà ridotta del 10%.
L'aumento al 26% della tassazione sugli interessi, una patrimoniale mascherata potremmo dire (anzi non troppo mascherata) riguarderà i capital gain in maniera alquanto più pesante rispetto a quella che si prevedeva ai tempi del governo Letta, il quale si era limitato ad aumentare l'imposta di bollo dallo 0,15% allo 0,2% delle somme investite o depositate ed era "sospettato" di voler portare la tassazione sulle rendite finanziarie al 22%.
Quali saranno gli investimenti colpiti dall'aumento della tassazione sugli interessi che scatterà dal 1 maggio 2014? Tutti quelli che fino ad ora hanno un prelievo del 20%, quindi resteranno esclusi i buoni fruttiferi postali, i Titoli di Stato quali Bot, Btp, Cct, ma anche conti deposito, conti correnti e libretti di risparmio [cfr l'articolo La tassazione sulle rendite dei conti deposito rimane al 20%, anche per i conti correnti], mentre salgono al 26% obbligazioni e bond bancari e societari, Etf, polizze vita e polizze di investimento, azioni e investimenti in Borsa in genere, oro, forex, opzioni e chi più ne più ne metta.
Attenzione però! Perchè se è vero che sono esclusi i Titoli di Stato, va specificato che sono esclusi solo se mantenuti fino alla scadenza: se venduti prima con realizzo di capital gain, anche in questo caso la tassazione sale al 26%.