Il dibattito relativo alle pensioni 2014 si fa sempre più acceso, con governo, parti sociali e giuslavoristi ad istituire tavoli e meeting nella speranza di trovare delle soluzioni concrete. I tavoli di discussioni si incentrano principalmente su esodati e Quota 96, con l’ipotesi di una pensione anticipata tramite il prestito pensionistico Inps a tenere particolarmente banco nelle ultime settimane.





Nel frattempo l’INPS ha diramato una circolare, la n.7 emessa in data 17 gennaio 2014, con la quale ha evidenziato che l'aumento di perequazione automatica da attribuire alle Pensioni per l'anno 2014 è stato fissato nella quota dell’1,2%. Facciamo allora il punto su novità e scenari futuri.

Pensioni 2014 INPS: approvato un aumento dell’1,2%

Come accennato, l’INPS ha diramato una circolare nella quale evidenzia che è stato fissato all’1,2% l'aumento di perequazione automatica da attribuire alle pensioni per l'anno 2014; l’incremento definitivo di perequazione automatica per l’anno 2013 è stato invece fissato al 3%. Per quel che concerne la periodicità di pagamento delle pensioni, l’importo del trattamento minimo a gennaio 2014 è dunque fissato, a fronte dell’incremento dell’1,2%, in 501,38 euro.

Pensioni 2014 INPS: esodati, Quota 96, pensione anticipata e prestito pensionistico

Sul fronte esodati e Quota 96 tengono ancora banco le ultime dichiarazioni rilasciate dal ministro Franceschini e dallo storico leader della CGIL Guglielmo Epifani, per il quale sarebbe pronta la poltrona di nuovo ministro del lavoro.



Franceschini ha tentato di rassicurare gli animi evidenziando che nel 2014 altri 17.000 individui entreranno a far parte della platea di esodati salvaguardati dal governo; poche novità invece sul fronte Quota 96, con malumori e dissapori apertamente manifestati dal comitato Quota 96 non più tardi di una settimana fa. Il problema è che di dichiarazioni di intenti ne sono state fatte molte, ma quasi mai alle parole hanno fatto seguito i fatti.



Epifani spinge per una rivisitazione totale della riforma Fornero, promuovendo misure atte a far rientrare il caso esodati e ad impedire che simili fratture sociali possano ripetersi anche in futuro; una buona soluzione potrebbe essere rappresentata dal prestito pensionistico, la formula proposta dal ministro Giovannini e in base alla quale verrebbe destinato un prestito pagato dall’INPS a tutti i lavoratori che accettino di abbandonare il lavoro due o tre anni prima di maturare il diritto alla pensione. Una volta andati in pensione, i lavoratori restituirebbero il tutto mediante trattenuta di una quota pari al 10-15% sugli assegni mensili.



Il punto fondamentale è che al momento si paventano soluzioni che non inciderebbero sulle regole previdenziali, andando piuttosto a costituirsi come strumenti volontaristici a disposizione dei lavoratori. Il tutto per proseguire verso la direzione tracciata da tempo, ovvero sia incrementare la flessibilità in uscita. Nelle prossime settimane sono previsti ulteriori incontri tra le parti: ad ogni modo, il capitolo pensioni 2014 si fa sempre più rovente.