Come già accennato nel corso di precedenti contributi, potrebbero presto arrivare novità in tema di riforma delle pensioni 2014; mentre esodati e precoci restano in attesa di interventi maggiormente decisi da parte dell’esecutivo si deve purtroppo registrare l’ennesima delusione per i Quota 96 della Scuola, con il deputato Manuela Ghizzoni ad aver approfittato dell’occasione per richiamare l’attenzione delle Istituzioni su un problema che si trascina ormai da anni.
Facciamo allora il punto in tema di riforma Pensioni 2014, cercando di capire a che punto siano le vertenze di esodati e precoci e cosa sia accaduto con riferimento al caso dei Quota 96.
Riforma pensioni 2014, nuova bocciatura per i Quota 96: si attende l’esito del ricorso alla Corte Europea
Ennesima bocciatura per i Quota 96 della Scuola, 4000 docenti che per vedersi accordato il diritto al pensionamento non necessiterebbero affatto di una riforma delle pensioni 2014 quanto piuttosto di un’assunzione di responsabilità da parte del governo.
In occasione della discussione alla Camera riguardo il Decreto 58 (quello su dirigenti scolastici e servizi di pulizia), gli On. Ghizzoni (PD) e Giordano (SEL) hanno presentato tre emendamenti (2.01, 2.03 e 2.04) relativi alla questione del pensionamento dei Quota 96, ma la Commissione ne ha sancito l’inammissibilità perché non strettamente attinenti alla materia trattata dal decreto.
Pur corretto nella forma (per ammissione della stessa Ghizzoni), il diniego non ha fatto altro che sancire l’ennesima delusione per il comparto degli esodati della Scuola, che adesso confidano in un responso positivo in merito al ricorso presentato alla Corte Europea. Continueremo a tenervi aggiornati, l’auspicio è che la risoluzione del caso dei Quota 96 possa fungere da spartiacque di una riforma delle pensioni 2014 organica e ben strutturata.
Riforma pensioni 2014: esodati in attesa di risposte, precoci dimenticati dal governo
Discorso totalmente differente per esodati e precoci; in riferimento ai primi, Poletti ha sempre parlato di caso ‘prioritario’ e di ‘volontà di trovare una soluzione strutturale’, ma sin qui non vi è traccia né di una proposta concreta (eccezion fatta per l’ipotesi di concedere una pensione anticipata agli over 60 rimasti senza impiego) né di un minimo di calendarizzazione della discussione (il tavolo tecnico composto da MEF, INPS e Commissioni Lavoro sembra scomparso).
I lavoratori precoci continuano invece ad essere ignorati dall’esecutivo, che sin qui non ha mai inserito la loro vertenza all'interno del dibattito che si va sviluppando in tema di riforma delle pensioni 2014 e reivisone del sistema previdenziale; resta sempre in piedi la possibilità di accedere al prepensionamento, ma molto dipenderà dalla manovra che va imbastendo il ministro Madia a proposito dei dipendenti pubblici (l’applicazione del prepensionamento ai lavoratori statali potrebbe infatti aprire una breccia portando ad un’estensione dell’istituto anche ai lavoratori privati, precoci compresi).
Riforma pensioni 2014: modello tedesco esempio da seguire
Esulando per un attimo dalla riforma delle pensioni 2014 ‘nostrana’, merita un cenno quanto accaduto in Germania, dove è stato approvato il provvedimento che ha comportato l’abbassamento dell’età pensionabile a 63 anni per chi abbia accumulato 45 anni di contributi.
La manovra costerà qualcosa come 10-11 miliardi di euro l’anno, quasi 160 miliardi fino al 2030, ma nonostante ciò si è deciso di perseguirla; la sua ratifica ha sancito la vittoria di quella linea di pensiero che individua nell’abbassamento dell’età pensionabile una necessità più che un provvedimento possibile, concetto quest’ultimo purtroppo estraneo ai ‘ragionamenti previdenziali’ effettuati nei nostri confini.